Sola andata

Sola andata

sabato 11 settembre 2021

Hey, tu #7

Che bella sensazione quando sai che è sabato, puoi muoverti con calma, onorare il weekend con il rituale dei pancakes farciti, una sessione yoga, una tazza di caffè e il tuo programma radio preferito. Ancora meglio quando sai che alle nove e mezza ti aspetta il massaggio dalle tue fatine del benessere. Stamattina l’aria era più fresca del solito: non mi sono accorta che stanotte pioveva. È stato bello raggiungere la metro mentre il sole si faceva sempre più deciso e rendeva l’aria più tiepida, in perfetta sintonia con una luce che diventava sempre più accesa e promettente. Il massaggio è stato bellissimo: la “fatina del benessere” mi ha detto che si vede che mi alleno bene e che anche i tessuti sono diventati molto più compatti. Mi fa bene sentire che invecchiare allenandosi a farlo, vuol dire migliorare persino rispetto a quando si è giovani…almeno fin che si trova la forza di farlo. Quando sono rientrata avevo già il pranzo tutto pronto: melanzane grigliate, pesce, frullato di banane e yogurt. Che bello.

È l’ 11 settembre e, soprattutto grazie all’evento cruciale che nessuno osa scordare, mi viene in mente che in questo stesso giorno, ma nel ‘73, si suicidava Allende e con lui moriva per sempre l’ideale di una democrazia socialista. Che poi, a pensarci bene, è come se a intervalli regolari la democrazia decidesse che l’11 settembre di un anno qualunque sia il giorno che viene a ricordarci quanto sia fragile. E fraintesa.

Non ti perdonerò mai di non essere stato qui con me in giornate come queste, in cui ogni cosa pare impegnarsi ad illudermi di essere in ordine e in perfetta armonia, abbinando ad ogni gesto rituale un breve ma luminoso stato di grazia. Ti avevo giurato soltanto ieri che non ti avrei più scritto né aggiornato sulla mia vita mentre resto qui che ti aspetto, ma ci sono frammenti di vita che devi conoscere a tutti i costi, non puoi scegliere. Per esempio potresti sentirti almeno un po’ in colpa del fatto di non essere qui con me mentre a Venezia bisogna premiare il film più bello e gli attori più bravi: è stata una mostra  “Napolicentrica” e pare che tutti abbiano fatto un’ottima figura. E tu dovresti stare qui con me a fare il tifo. Si, qui, su questo divano sgangherato ma comodissimo, qui, in questa casa minuscola ma adorabile in cui staremmo bene pure in due, qui, in mezzo ai miei piatti macrobiotici eppure golosissimi e che so che ameresti da subito. Qui, con me, a insegnarmi a star bene anche in compagnia, se quella compagnia sei tu e solo tu.

Sì, questa è l’ultima volta che ti scrivo. Ma non l’ultima che ti penso. E neppure l’ultima che ti immagino .  Così. Senza nulla pretendere. Come si fa con la democrazia.

Un abbraccio, come sempre.

Nessun commento:

Posta un commento