Sola andata

Sola andata

lunedì 27 settembre 2021

Tutto scorre. Più del traffico

  

E’ veramente spiazzante. Non riesco a trovare altri aggettivi. Ormai pare davvero essere tornati ai ritmi del 2019, quando il traffico delle 9 mi faceva pensare a quale immenso privilegio sia poter andare al lavoro a piedi, mangiare in ufficio piuttosto che mettersi in coda davanti ad una piadineria, non avere bambini da accompagnare a scuola, allenarsi alle prime luci dell’alba senza dover condividere un fetido spogliatoio con altre donne che, come me, si guardano il sedere nello specchio  prima di andare agli attrezzi, perché tanto l’insicurezza rimane sempre una parte integrante dell’abbigliamento. E’ strano, eppure quando penso che di fatto la mia vita in pandemia non ha subito alcuna significativa variazione – nonostante ne avvertissi tutta la portata rivoluzionaria – penso esattamente a questioni come queste.  Non ho fatto smart working, non mi sono ammalata di nulla, sono andata in vacanza, a cinema quando ne avevo bisogno, non ho mai smesso di fare sport, seguito regimi alimentari estremanente arditi che hanno rivoluzionato molti dei miei vecchi schemi, ho smesso di fantasticare su amori che forse non arriveranno mai e reso facilmente applicabile la regola aurea “Se è già impegnato, scordatelo. Ma come? Sì, scordatelo punto e basta”. La mia vita fino ad ora è stata più che accettabile, con punte di serenità cariche di gratitudine. 


Stamattina sono andata al lavoro piuttosto tardi, dopo un lungo e variegato allenamento e una colazione meravigliosamente ricchissima. In strada ho trovato un traffico immobile che non ricordavo da tempo. Il mio passo invece era costante e spedito come al solito e credo che soltanto per questo mi sono sentita in diritto di pensare che oggi fosse un giorno più fortunato di altri. E così mi sono detta che era forse anche il giorno giusto per prenotare un vaccino inutile che non potrà che peggiorare questo trend personale positivo di cui mi attribuisco ogni merito. Ma tant’è…il contesto mi si impone pure se mi scanso.


Si può star bene senza essere davvero felici, semplicemente trovando delle strategie per conservare un auspicabile equilibrio fatto di piccole o piccolissime sfide quotidiane, cercando l’originalità proprio nell’apparente banalità quotidiana, restando tanto spesso a casa a compiacersi semplicemente di piatti buonissimi preparati pensando - per una volta - soltanto a se stessi? Credo di si. In realtà non lo so. Non so cosa avrei fatto di diverso se avessi potuto muovermi diversamente da come mi sono concessa e mi è stato possibile. Eppure sono certa di non essere stata molto meglio in altri tempi, quelli in cui ancora provavo a piacere di più agli altri, mi educavo ad essere accettata o corrisposta in amore. Credo di aver disperso molta più energia in tempi “apparentemente” più liberi. Io mi piaccio di più adesso, da egoista costretta ad esserlo, da solitaria libera di sentirmi tale, nella tranquilla routine di un ufficio e una casa “speziata”, più che spaziosa. 

Credo che la normalità stia davvero tornando per tutti. Per me invece non era mai finita. Eppure me ne accorgo davvero  soltanto adesso

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