Sola andata

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giovedì 16 marzo 2017

Il bello di farsi i film . Se c'è un fine è sempre lieto (lezioni di cinema)

Questa settimana mi è sfuggita. Mi sono sfuggiti gli aggiornamenti del sempre poco interessante panorama politico nostrano, mi sono sfuggiti i film a cinema che avevo in programma di vedere, mi è sfuggito un allenamento dei tre infrasettimanali, mi è sfuggito pure questa volta l'incontro con la persona da cui non pretendo nient'altro che la stessa voglia di incontrare me. In compenso ho fatto altre cose ugualmente interessanti come delle lunghe chiacchierate con una persona che stimo molto e che mi dà strani suggerimenti su come intercettare la persona giusta. Lui, che è un maschietto allegro, ottimista, molto bellino e sciupafemmine , sostiene che dovrei uscire molto di più, conoscere un sacco di gente e per la legge dei grandi numeri, troverei senza alcun dubbio quello giusto. Io l'ho ascoltato divertita e in fondo riconoscevo che la legge dei grandi numeri è una regola della statistica assolutamente valida.  Ma non mi ha convinto lo stesso. Non del tutto almeno. Però ne terrò conto e, come dice lui, proverò a cambiare atteggiamento su questa faccenda. Mah...no, ora che ci ripenso non voglio cambiare proprio niente. Se vuole arrivare da me lo farà. Inevitabilmente lo farà. Se no io non ho perso nulla e lui non avrà trovato me.

Oggi ho fatto la prima lezione di pilates della mia vita. È stata un'esperienza interessante, basata su principi di staticità, equilibrio e respirazione. Mi convince ma solo perché so che correre rimane la sola attività fisica che ritengo degna dei miei sforzi migliori. Era una lezione pilota di uno dei "corsi corsari" che sono attività di una associazione culturale fichissima tra le quali ho pescato pure il mio corso sul cinema contemporaneo.
Ecco, forse del docente che tiene quelle lezioni in effetti mi sono un po' innamorata. È timido, coltissimo, educato e, nonostante non sia giovanissimo, ha l'aspetto di uno studente di lettere degli anni settanta e quando comincia a parlare io comincio subito a fantasticare e a volte me lo immagino a preparare la lezione, altre a consultare sacri testi di critica del cinema per trovare curiosità e aneddoti particolari. Si vede lontano un miglio che per il cinema ha una passione reale e quasi tormentata e poi il suo curriculum dice tutto il resto. Mi piace moltissimo. Lunedì gli ho chiesto suggerimenti sui film in sala in questo periodo. Quelli che mi ha citato li ho visti tutti. Ha gli occhiali in celluloide come Allen, è un po' stempiato come Servillo e ha una erre "arrotata" irresistibile. Non porta la fede...ma è impossibile che non abbia qualcuna, o qualcuno (che ne so io), che lo ami. Però io questo ancora non lo so. E finché non farò la dolorosa scoperta di una donna bellissima al suo fianco, continuerò ad alimentare innocenti fantasie di serate trascorse a vedere film assieme e ascoltarlo nelle sue mirabili esegesi da super esperto che sa andare oltre trame, montaggi, valore interpretativo degli attori. A fine lezione sto sempre attenta che senta il mio saluto e che risponda proprio a me, non a tutta l'aula. E quando mi dice grazie per essere venuta io me ne vado a casa tutta contenta.
Forse a me può bastare così. Intercettare soggetti "ispiratori" sui quali costruire le mie sceneggiature, quelle fatte di amori perfetti, di complicità piena anche nei silenzi, dei piatti da lavare mentre si parla di massimi sistemi, di occhiali in celluloide da pulire mentre c'è il fermo immagine di un film di Kitano. Io il quotidiano me lo immagino così, con Dio che si insinua nei dettagli più insignificanti, nell'immodizia da buttare mentre si chiacchiera sul ruolo del musical in "dancer  in the dark", il film più triste della storia umana.
Si, a me basta questo, immaginare cose possibili ma non per questo meno campate in aria. Mi piace immaginare un abbraccio con tutto il contorno, persino la temperatura percepita, i soprammobili se siamo in casa o le auto e i passanti se siamo in strada. Mi piace dipingere le situazioni nella mia testa e sulla scorta di quelle simulare le emozioni che proverei. Credo che a volte possa essere più che sufficiente. Altre volte no. Ma stavolta si. L'ho imparato alle lezioni di cinema

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