Sola andata

Sola andata

martedì 28 marzo 2017

Buon sangue. E poi mente

Sono ancora conciata piuttosto male però non ho febbre e per fortuna le giornate si stanno riscaldando. Brutto non andare ad allenarmi, ma davvero sarei più che scellerata se lo facessi. Ieri è terminato il mio corso sul cinema contemporaneo ma per fortuna da sabato partirà una monografia su Hitchock con lo stesso amabile docente che non mi stancherei mai di ascoltare. Ieri era raffreddato come me e più di una volta abbiamo tossito in sincrono e ho trovato la cosa molto divertente. Ad un certo punto mi sono accorta che quando io ho incrociato le braccia lo ha fatto anche lui e mi sono ricordata che da qualche parte ho letto che quando due persone si piacciono tendono ad imitare i reciproci atteggiamenti. Ovviamente è del tutto probabile che tutti questi segnali non stiano né in cielo né in terra, ma soltanto nella testa di chi certe volte veramente crede di far parte di una qualche sceneggiatura scritta apposta per compiacerla, come si fa con le persone deliranti.

Chi lo sa cosa davvero non funziona? Le notizie di questi giorni sono quelle di un ragazzo massacrato a sprangate da nove persone, un marito che ha investito e accoltellato la moglie e un padre che ha ucciso i suoi figli e se stesso.

A me i conflitti non piacciono e non li trovo mai utili davvero e così da un po' di tempo ho scelto di smettere con ogni tipo di confronto acceso, scambio di opinioni, chiarimenti, botta e risposta, chiodo scaccia chiodo...basta, io non litigo più con nessuno. Appena mi rendo conto di una possibile disarmonia me ne sto zitta, mi allontano, sorrido, annuisco. Ma non ho più voglia di far valere il mio pensiero in modo più o meno concitato, non insisto più su nulla. Disinnesco e cerco di passare ad altro. Ho scoperto che è una cosa bellissima. Poi prendo carta e penna e scrivo, mi sfogo, cerco di decodificare le situazioni a rischio e smetto di scrivere solo quando mi sono completamente svuotata. Questa è stata la mia vera personale rivoluzione e la maniera  più convincente che ho rimediato per trovare pace.

Nella vita ho conosciuto un discreto numero di persone che sono state in analisi. Questa faccenda mi ha sempre provocato un certo turbamento perché non ho mai capito con quali modalità un professionista, in un ambito così carico di mistero come la mente umana, possa avvalersi di un qualche metodo per provare ad aiutare una persona con problematiche psichiche o delle fragilità. Nonostante le mie perplessità mai fugate ho sempre pensato che un percorso di analisi ben fatto sia una meravigliosa occasione e che questo possa essere tanto più vero e possibile quando non si sta troppo male, quando l'obiettivo non è quello di guarire da un malessere esistenziale ma di scavare a fondo per raggiungere un alto grado di consapevolezza e di coscienza di sé. Solo in quella condizione io troverei l'esperienza utile e interessante, altrimenti ho l'impressione che aggiunga soltanto dolore a dolore. E io di risvegliare il can che dorme avrei proprio una gran paura.

Non lo so, davvero non ho un'idea di cosa davvero non funzioni. Non funziona il decidere di smettere di litigare e confrontarsi e dialogare fino a quando non si trova un punto di incontro? Oppure non funziona dare sfogo così libero alle emozioni più ancestrali tanto da rischiare di commettere l'irreparabile? O, forse, non funziona la conoscenza così scarsa che ci ostiniamo ad avere di noi stessi, con l'ostinata rimozione di quella parte oscura che sappiamo esistere ma che non accettiamo e che prima o dopo riemerge in forma di nevrosi e solitudini.

Forse un giorno mi deciderò a bussare al campanello di qualcuno che mi dirà di che pasta sono fatta, degli strani schemi sempre uguali in cui mi lascio intrappolare. E mi spiegherà perché dei buoni libri, lo sport, una educazione rispettosa...non siano bastati a pensarmi come una persona meritatamente felice. Ma forse, semplicemente, non sono ancora pronta alla responsabilità di esserlo


Nessun commento:

Posta un commento