Sola andata

Sola andata

domenica 5 marzo 2017

Letture, riletture. Nuove chiavi

Da circa una decina di giorni ho apportato un po' di varianti ad alcune delle mie abitudini più consolidate. Ho ritenuto necessario farlo perché, dopo anni che mi sono concessa solo letture compulsive di fumetti o cose pop melense alla Catalano, mi sono imposta di portare a termine tutti i libri iniziati e non conclusi perché dal grado di impegno non sindacabile. Attribuisco la responsabilità di questa mancanza di disciplina a diversi fattori, alcuni colpevoli come il prediligere le soste sull'i-pad in ogni momento di libertà, altri dettati dalla gestione del quotidiano fatta di pasti sempre rigorosamente preparati da me, attività sportiva immancabile e ancor più irrinunciabili film visti dentro i cinema. E allora, al netto di questi fattori non negozialibi ho preso ad andare al lavoro in autobus, pregando di non incontrare nessuno che conosco, e mi metto a leggere tra adolescenti che ripassano lezioni ingrate e altre persone di cui non riesco ad identificare i ruoli.

Piano piano sto recuperando attitudini perdute e stati d'animo che avevo rimpiazzato con forme un po' patetiche di attese e di rincorse affettive senza fondamento. Questo è successo negli ultimi anni di faticoso affannarmi tra la gioia di avere la piena responsabilità della mia vita e il bisogno di vivere questa fase concentrandomi su dell'altro. Non so se sia stato tempo perso o un passaggio necessario, fatto sta che non penso che baratterei il mio stato d'animo attuale con gli ultimi quattro o cinque anni, durante i quali ho fatto una marea di cose, ho goduto di buona salute, viaggiato...ma soffrivo quasi sempre ed ero costantemente ansiosa e inquieta. E a me questo basta per pensare che sia stato un vero inferno che non avrei voglia di ripetere.
Poi, ad un certo punto, mi sono ricordata di quando stavo bene in quella maniera che non ti fa desiderare niente altro che assecondare il presente. Ci stava sempre un libro bello, molto silenzio, nessun amore e, in generale, una vita sociale preziosa ma molto limitata.


Io sono sempre stata così e, purtroppo o per fortuna, mi è sempre bastato. Forse è per questo che quello che mi ha detto la direttrice l'altro ieri mi ha molto colpito: le avevo chiesto di spostare le ferie che ho preso per l'8 marzo così avrei potuto partecipare alla riunione indetta per quel giorno. E lei mi ha risposto che non avrei dovuto rinunciare a festeggiare la festa della donna per una riunione. Ecco, io mai mi sarei sognata di fare una cosa simile, tipo vestirmi da baldracca e andare a vedere gli spogliarelli, ma neppure partecipare a un corteo per i diritti delle donne...o qualsiasi altra cosa insopportabilmente posticcia e retorica, e l'idea che qualcuno possa pensarlo mi ha atterrito. Io non festeggio proprio nessuna donna. Dovevo semplicemente fare una seduta di fisioterapia...cose da matti...

Una delle cose che salvo di questa strana fase della mia vita "sopravvissuta" è questo diario quasi quotidiano nel quale ho dato sfogo alla maggior parte delle mie inquietudini, a qualche insospettabile gioia, al senso di colpa da scarso senso della realtà e ai fiumi di lacrime molto nutilmente versate ma non per questo meno dignitose. Non capirò mai i meccanismi per cui così tante persone si sono soffermate su queste cose qui. Ho tentato di fare delle ipotesi, ma so soltanto che la quasi totalità di voi proviene dal mio profilo di Facebook, che vedere numeri a tre cifre è una cosa che non mi spiegherò mai e che spero che oltre a trovarmi irrimediabilmente buffa e problematica abbiate ritrovato anche dei piccoli frammenti di voi stessi. Mi piace pensare che ci sia un po' di empatia e identificazione anche per me che nella mia vita reale sono così poco socievole e per nulla chiacchierona.

Molti degli elementi tossici che mi hanno spinto a scrivere credo siano stati sconfitti. Non piango più da abbastanza tempo, non aspetto più nulla, vivo ancora della fatalistica speranza che tutto possa ancora accadermi ma non farò più niente per forzare gli eventi. Ma soprattutto leggo di nuovo come si deve. Che credo sia la cosa migliore che potesse ri-capitarmi nella vita. Con amarezza mi rendo conto che tutto il resto è stato un "inutile bagaglio ed entri in te".

"Non esiste a questo mondo qualcosa che sia all'altezza dell'immagine illusoria che ce ne eravamo fatti quando avevamo perso la lucidità" (Murakami - L'arte di correre)



Nessun commento:

Posta un commento