Sola andata

Sola andata

martedì 31 luglio 2018

Piacere! (...a chi?)

In realtà non lo faccio mai. Perlomeno non da quando ho superato i trenta già da un pezzo. Però, complice un caldo davvero atipico, avevo deciso che questo week end mi sarei vestita da femmina che vuol farsi guardare...beh, detta così direi che non mi fa troppo onore. In realtà ho indossato semplicemente una canotta con delle trasparenze e una gonna molto ampia e colorata. Poi ho messo i tacchi e della biancheria nuova e un po’ elegante che ho dedicato soltanto a me stessa perché avevo sentito una volta una diva americana dire “indosso sempre della biancheria intima molto bella. Gli altri non lo sanno, ma io sì e cammino diversamente”. Aveva ragione: la sensualità non ha nulla a che fare con la bellezza banalmente “visibile”. Non sarò certo io a riferire se il mio esperimento “frivolo” sia riuscito o meno. Mi sarebbe già bastato sapere che ho camminato senza mai inciampare, che quella canotta mi sta ancora come l’ultima volta che la indossai (tanti anni fa) e che mi trovavo proprio bellina. E così, nonostante la mia naturale attitudine alla maglietta dei tre allegri ragazzi morti, jeans sdruciti e sneakers, mi pare sensato ogni tanto scoprirsi ed essere qualcos’altro.

Ormai ho imparato a riconoscerli tutti dal loro modo di bussare. I colleghi che mi vengono a trovare in stanza per un breve scambio di idee, amenità, pettegolezzi...sono tutti riconoscibili dal tocco: c'è chi deve assolutamente raccontarmi cosa ha visto al cinema, chi degli intrighi di palazzo, persino chi mi racconta delle sue esilaranti avventure amorose per le quali io rimango quasi sempre di stucco. La mia bolla fatta di silenzio, lavoro sempre uguale, luce naturale e poca aria condizionata, viene allegramente interrotta da queste sporadiche ma affettuose presenze. E a me questo piace sempre molto. Purtroppo in questo periodo mi toccherà quasi sempre coprire la prima informazione e l’attività di sportello. Starò sempre con la gente, alle prese con cose da dire e da ascoltare. E questo mi affatica. Ma poi oggi è successo che ad un certo punto improvvisamente, un contribuente mi ha regalato della frutta: l’aveva appena comprata e me ne ha data un po’. Gliene ho chiesto i motivi e mi ha detto che sono dolce e simpatica e la cosa mi ha seriamente commosso. E poi tutto accadeva senza che portassi i tacchi tacchi o trasparenze.

A volte mi chiedo cosa sia davvero determinante per piacere agli altri e a se stessi senza nevrosi,
ansie, ipocrisie. Ci sono dei momenti in cui penso che la solitudine e la rinuncia a coltivare legami profondi e duraturi siano soltanto il frutto dell’immensa paura di non essere mai davvero abbastanza per nessuno. Forse amo così tanto la radio anche per questa ragione: mi godo, senza precauzioni, le voci di persone che ho imparato ad amare e apprezzarne l’impostazione, le proposte musicali e intellettuali, l’allegria e gli spunti, senza pure l’obbligo di contribuire attivamente in questa lunga frequentazione, temendone le critiche, la stanchezza, un terreno di scontro. Credo che la radio rappresenti il mio surrogato più perfetto, e comodo, dell’amicizia.

Intanto adesso che è sera e tutto è stato già raccontato e ascoltato, me ne sto su questo divano, che in estate diventa pure il mio letto, a godermi un silenzio magnifico e una cena veloce fatta di quel pochissimo che ho in frigo, in compagnia solo delle ultime pagine di un libricino che vorrei non terminasse mai E con i brutti pensieri che cominciano a stemperarsi, proprio come hanno fatto quelli precedenti. Ormai la radio è spenta, una doccia fresca, i pantaloncini corti, la maglietta di cotone, la faccia pulita e la coda tirata. E poi le mutandine con i manga stampati, su entrambi i lati. Tanto non mi vede nessuno. Peccato, perché stasera penso di essere davvero bellina cosi messa. È trasparenza anche questa.




1 commento:

  1. "A volte mi chiedo cosa sia davvero determinante per piacere agli altri e a se stessi senza nevrosi,
    ansie, ipocrisie. Ci sono dei momenti in cui penso che la solitudine e la rinuncia a coltivare legami profondi e duraturi siano soltanto il frutto dell’immensa paura di non essere mai davvero abbastanza per nessuno"

    Volevo chiedertelo in un post precedente ;)

    Perché, almeno per il sottoscritto, temo che la risposta sia positiva.

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