Sola andata

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domenica 10 maggio 2020

Ma di preciso, la madre di chi è sempre incinta?

Qualche volta mi piace fare un giochino semplice che funziona sempre. Quando decido di fare la cattiva e di stuzzicare i bassi istinti, perché ho voglia di litigare con qualcuno, mi metto a fare i commenti ai leghisti come reazione alle loro osservazioni grette, da infima scolarizzazione e infarcite solo di turpitudini e rozzezza. È un giochino talmente facile che attaccare una umanità così mediocre accrescerebbe l’autostima pure a una muffa. Di solito il litigio si conclude quando loro si mettono a vedere chi sono tramite il mio profilo e non sanno fare di meglio che pronunciare battute sessuali o contro l’amministrazione per cui lavoro. E io li ringrazio sempre perché mi aiutano a capire come mai, pur conservando passioni e meraviglia per la vita, mi ostini a far prevalere pessimismo e sconforto nella mia disgraziata visione del mondo.

In passato invece facevo un’altra cosa. Cominciai dodici anni fa, quando ancora avevo il mio primo blog. Ai tempi scrissi un post contro la retorica della maternità che mi procurò una serie di reazioni piccantissime da parte di madri felici e dalle aspiranti tali, vomitandomi addosso una, in fondo abbastanza incomprensibile, catena di rimproveri su quanto fossi cinica ed egoista. Da allora ho ripetuto il “giochino” svariate volte e le reazioni sono più o meno state sempre le stesse. Con risultati che mi hanno divertito, amareggiato, stancato...ma mai condotto a modificare la mia convinzione.

Non ho mai desiderato essere madre. Non mi sono mai pentita di questo. Potrei snocciolare una serie di validissime ragioni a mia “discolpa”, ma in realtà non credo affatto che nessuna di quelle rappresenterebbe la motivazione decisiva al punto da far maturare una certezza così granitica. Certo è che se davvero si trattasse di puro istinto allora io semplicemente non ne sono stata dotata per mero difetto di fabbricazione. E allora di che mi si accuserebbe. Il fatto è che non mi sono mai previsualizzata come entità generatrice e la costruzione di famiglia tradizionale non mi interessa da mai. Forse è solo il fatto che ragiono da sempre (e per sempre) in termini di coppia e credo che siano troppi i casi in cui la vera spinta per tante donne sia stata l’idea di avere un figlio ma non quella di volerlo poi anche crescere con lo stesso trasporto. Di madri annoiate, distratte, anaffettive, disinteressate pare che vi sia più di qualche traccia, appena si ammette che possano esistere. Forse è solo che non credo affatto che la maternità coincida con la certezza di amare chi si è generato.

La verità è che ci sono tipologie femminili che mi spaventano da quando ero piccolina piccolina. Sono le donne che vivono con la precisa intenzione di procreare e che per questo cercano un uomo che sia soprattutto un buon padre. Di solito quando tale compito è stato assolto, ci si accorge che bisogna separarsi per trovare finalmente un compagno da amare. E poi ci sono quelle senza alcuna ambizione di essere delle buone madri che però hanno interiorizzato perfettamente il concetto di famiglia tradizionale e pur di aderirvi ne assecondano il percorso classico di realizzazione.  E poi le madri per caso, quelle pentite, quelle “asburgiche” , anaffettive e spigolose che godono del comando e della severità. Che diavolo vuol dire veramente essere madre?

Forse ogni donna è madre a modo suo e se si “stressa” il concetto abbastanza si può arrivare a ritenere che la donna stessa sia generatrice in quanto tale, fino a diventare madre di se stessa e dell’amore che è capace di trasferire. Madre senza esserlo. Non madre pur essendolo.

Quando dicevo queste cose tanti anni fa mi si tacciava di egoismo. Chissà sulla base di cosa. All’epoca ero giovane, ma già sapevo che sarebbe andata così come oggi ho fatto in modo che accadesse. Non ho mai incontrato il padre dei miei figli. E mi pare ancora una gran fortuna perché credo che l’orologio biologico abbia degli effetti estremamente distorsivi per il riconoscimento del vero amore.
Per me la questione è risolta da un pezzo. Rimarrebbe da stabilire cosa passi per la testa del mio uomo ideale. Spero che abbia già provveduto altrove a soddisfare il suo eventuale bisogno di eternità.

Ma ora me ne torno a litigare coi leghisti. Sono loro la vera conferma a tutte le mie perplessità. Auguri anche alla loro di madre...



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