Sola andata

Sola andata

sabato 30 maggio 2020

Riabituarsi alle vecchie abitudini

Mi ha chiesto di partecipare in tutta sicurezza. Mi ha detto che le piace come esprimo i giudizi sulle campagne di lancio di un nuovo prodotto. È una bella signora ormai avanti con gli anni ma ancora molto affascinante, dolce, con degli occhi azzurri che credo abbiano fatto sognare molto. Quando c’è da fare una ricerca di mercato mi chiama e per un paio d’ore mi viene chiesto di ragionare sulla campagna pubblicitaria per il lancio di un prodotto, talvolta nuovo, qualche altra volta già esistente ma che deve rinnovare la propria immagine. Io amo molto fare queste cose: mi si apre un mondo tra tecniche di comunicazione, psicologia, teorie sulla valorizzazione di un prodotto o semplicemente di un messaggio da veicolare. Davvero estremamente interessante. Di solito per ringraziarci del disturbo ci regalano delle gift card per comprare cose su Amazon o dei buoni benzina. In entrambi i casi i soli beneficiari sono i miei genitori o l’amico con cui condivido l’abbonamento a Netflix. E siamo tutti contenti per buone ragioni.

Stavolta ho scoperto che il marchio su cui ho ragionato, e che fa detergenti,  in realtà non è il brand di una società, ma quello di una cooperativa, per cui tutti gli utili sono reinvestiti per creare nuovo lavoro. Non lo sapevo, ma la loro campagna così come me l’hanno presentata fa abbastanza pena. Spero di averli dissuasi dalle loro proposte di marketing del tutto scellerate. Però è stato molto divertente e quelle due ore mi hanno ricondotto ad un primo accenno di normalità ritrovata.

Poi ho chiacchierato un po’ con la reperitrice. Non sapevo che avesse tre figli da un matrimonio durato vent’anni, che dopo ha avuto molte relazioni per nulla soddisfacenti e che da dieci anni vive sola. Mi ha detto che un uomo non avrebbe voglia di vederselo intorno neppure dipinto. E poi che ha avuto paura del covid proprio perché, dopo anni inquieti e senza serenità, finalmente aveva trovato il gusto della vita proprio nella sua dimensione di vita solitaria e autonoma. Ho provato un po’ di invidia per il suo essere così risolta.

Tra le cose “normali” che mi è capitato di fare negli ultimi due giorni è stato andare a trovare un amico e ragionare un po’ assieme sul fatto che in fondo viviamo in Lombardia già da un sacco di anni e che nel frattempo sono cambiate troppe cose sia qui che dentro di noi, che lui ha sciolto il suo (ennesimo) legame mentre io, come noto, non ne ho e che entrambi abbiamo una famiglia al sud che ha sempre più bisogno di noi.

Poi ho fatto il mio solito percorso amatissimo all’anello di Linate. Dieci kilometri durante i quali pensare a ben due conversazioni fatte finalmente con persone con cui ho avuto un confronto, uno scambio di parole, sorrisi e sguardi. Poco importa se si sia trattato in fondo di mere conferme a cose che già pensavo per conto mio. Ho respirato aria nuova lo stesso. Quanto mi è piaciuto!

Nessun commento:

Posta un commento