Sola andata

Sola andata

sabato 4 agosto 2018

Ho un problema con Cary Grant

Ormai non c’è più alcuna possibilità di redenzione e riabilitazione. Ci sono cose che non devo sapere, verità che devono essermi celate accuratamente, perché conoscerle significherebbe rompere un idillio o, peggio, generare traumi irreversibili. È per questo che ormai non posso più vedere film con Cary Grant. Ho letto che era avarissimo e che addirittura aveva richiesto, e gli era stato accordato, che da contratto poteva tenersi tutti gli abiti su misura che indossava nei film che girava. Lo sciupafemmine... Ecco, il risultato di questa verità che non volevo affrontare è che io adesso, ogni volta che mi imbatto in un suo film, vedo solo un “pulciaro” terribile e quindi non riesco più a godermi il film. Bisognerebbe avere più rispetto del mondo della “finzione” e non rischiare di abbassare mai un “divo” al suo livello umano. Del resto si chiama fabbrica dei sogni, mica bocca della triste verità...

Oggi sono stata al parco  Vittorini, quello in fondo alla mia strada. Per arrivarci devo fare una piccola passerella davanti ad una specie di spin off dei peggiori bar di Caracas. Ci sono personaggi molto naïf, che di solito stanno fuori a fumare e bere fiumi di birre, e che quando mi vedono passare sono soliti fare i brillanti con frasi da galletti che non mi offendono ma a cui non reagisco (lo farebbero con qualunque donna comunque) ma mi limito a camminare con la testa bassa sperando che quella manciata di secondi di imbarazzo passi in fretta.
Quando sono arrivata alla mia panchina preferita ho trascorso un paio d’ore tra pace, sole, lettura e qualche foto ad un parco desertico e magnifico. Poi avevo davvero troppo caldo e ho deciso di rientrare. C’erano ancora tutti. Io ho di nuovo abbassato lo sguardo, e di nuovo ho sperato che tutto finisse presto. Ad un certo  punto uno di loro ha detto “scusami...hey, scusami...ma perché non parli mai? Secondo me non sei di questa terra per quanto sei bella. Dai parla!”. Ho alzato lo sguardo soltanto in quel momento, gli ho sorriso per mezzo secondo e ho proseguito come sempre. Avrei voluto dirgli “caro mio, io pur di non passare davanti a tutti voi farei il giro della città ma ho troppa voglia di prendere il sole sulla mia adorata panchina a dieci metri da qui e se il mio prezzo sono gli occhi dei clienti dello spin off del peggiore bar di caracas che mi vedono donna giunonica per fantasie di cui credo di non aver grande cognizione, così sia. E poi sai che ti dico? In fondo è piuttosto divertente farti credere quello che credi, qualunque cosa sia”.

Chi sono io per infrangere i sogni e le credenze degli altri? Chissà quanto troverebbero noiosa e seria questa passante col prendisole e gli occhiali anni sessanta se davvero si concedesse al dialogo con loro. E invece sono anni che questi simpatici perdigiorno mi dicono cose inutili a cui abbiamo tutti deciso di credere. Per ben cinque secondi alla volta!

Domani alle 14:00, sulla 7Gold danno “il visone sulla pelle”. Con Cary Grant. Mi sa proprio che non me lo vedo. A quell’ora sai quanto sole si prende al parco 😝😉

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