Sola andata

Sola andata

lunedì 12 ottobre 2015

Alla stazione (piccolo resoconto di un'attesa)

Sono in stazione centrale. Vengo dall'anteo dopo un rooad movie bello come gli " strawberry fileds", che raccontava cose sui Beatles, sull'utopia, sulla solitudine, su quanto può essere complicato crescere e quanto può diventarlo ancora di più sotto la dittatura franchista (...sotto qualunque dittatura).

Aspetto l'arrivo del babbo. Siccome detesto fare tardi per farci stare dentro tutto sono uscita tanto presto dall'ufficio, sono corsa al cinema (come se fosse obbligatorio andare a vedere un film il primo giorno che esce) e poi sono corsa qui. Che è un bel guaio perché ci sta un mega negozio di desigual e io quando ci entro mica ce la faccio a convincermi che non mi serve niente, che tengo cose da anni a cui manco ho ancora tolto la targhetta...ma è così bello tutto quello che vedo. Poi sono passata alla Feltrinelli. No qua non prendo niente, ho fatto l'ordine on line proprio ieri...

Come è bello stare seduta in stazione centrale. Questa di Milano tiene questa cosa che nella sua imponenza monumentale ci trovi totem pubblicitari giganteschi, cartellonistica multicolor, negozi simili ad acquari dove si vendono bottiglie di albume d'uovo o prodotti finanziari o prodotti tipici napoletani (???).

Devo aspettare ancora qualche minuto, chi lo sa quanta gente mi passerà ancora davanti. Mi piacciono quelli che sono in orario, che non sono obbligati a correre, che come me non pensano solo ad andare, ma pure a soffermarsi su tutto quello che un luogo tipicamente di transito come questo è capace di contenere e trattenere. Perché sono bravi tutti a venire in stazione solo per partire o solo per arrivare. Ci sta pure chi aspetta e intanto rimane ad osservare questo affascinante flusso di vita orientata verso degli infiniti altrove. Mi piace. Devo farlo più spesso.

Ora corro al binario, che sto facendo tardi per il treno di papà.

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