Sola andata

Sola andata

giovedì 15 ottobre 2015

Una terra è troppo. Due sono poche

È quasi un anno che non torno a casa. Di solito mi brucio le ferie facendomi i miei soliti viaggi in solitaria da cui ritorno tanto contenta. Stavolta invece me ne sto giù e voglio girarmi Napoli in lungo e in largo. Non ho ancora visto la metro di Toledo, hanno detto che è una delle più belle d'Europa. E poi voglio pure andare su uno di quegli autobus per turisti. Non ci sono mai stata e invece avrei dovuto visto che di Napoli in fondo conosco poco o nulla. A Milano fare la turista su uno di quei torpedoni a due piani è stata una delle primissime cose che ho fatto e forse non fu un caso che la prima cosa che mi colpì fu quella di trovarci sopra una milanesissima signora anziana che ci portava il suo nipotino (così si fa. Il senso di appartenenza si deve sviluppare da subito). quando ho cominciato a prenderci gusto, Milano è diventata un costante oggetto di esplorazione e scoperte. Perché è così, io sono sicura che in questo momento conosco infinitamente meglio Milano che Napoli e onestamente la cosa comincia a farmi un poco impressione. Credo che una delle mie colpe sia stata quella di pensare che quando in un posto ci vivi e ti pare familiare alla fine ti risulti scontato, non ti incuriosisca, oppure pensi che sia a disposizione per sempre e che certi posti si possa vederli in qualsiasi momento. È falso. Me ne sono andata dalla mia terra senza davvero conoscerla, senza capirla. Senza perdonarla.

Ieri sono stata in un posto qui a Milano in cui si è tenuta una discussione di due ore. Si cercava di capire quale fosse la migliore strategia elettorale di uno dei futuri sindaci. Io sono stata interpellata su una questione del genere. Io, che ho già votato una volta per il mio sindaco di Milano.  Io, che qui ci vivo da meno di sei anni. 

Domani torno a casa...no, questa è la mia casa...no, pure quella...allora, domani torno nella mia prima casa, quella in cui sono nata e nella quale ho provato a crescere. Quella in cui non ho mai avuto voglia di fare la turista e neppure la cittadina consapevole. Perché non ne avevo voglia? Ero immatura? Ero concentrata su altro? Non mi piaceva stare li? Perché Napoli non mi ha stimolato come Milano? Forse perché in fondo io vivevo in provincia e alla fine è vera la cosa che il paesino non è la città e la vita di provincia si porta dentro il limite dell'esclusione dal centro pulsante della metropoli?
Credo che sia mio dovere provare a capire. Magari dopo una frolla, o una bella passeggiata a via Caracciolo, per arrivare fino al fin troppo familiare Maschio Angioino nel quale ho passato tutti gli anni
 universitari. 

Domani torno giù. Sperando di ricordare dove ero rimasta



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