domenica 11 ottobre 2015

a ciascuno il suo "caos calmo"

C'ho messo un sacco di tempo. Poi alla fine ho deciso che è questa quella che mi fa sentire nel posto giusto. Da quando hanno fatto il parco vicino a casa, tutte le volte che ci sta il sole io me ne vengo qui e ci rimango almeno un'ora. Così ho fatto in tutta questa estate rovente e così faccio in questi giorni di sole capriccioso. E finalmente l'ho trovata. La panchina ideale è quella su cui sono ora, in un posto semi laterale, con una visuale ampia e bassa probabilità di seccature. Fino ad ora non mi è mai capitato di trovarla occupata, ma essendo io un'abitudinaria potrei risentirmene molto se accadesse. Ho bisogno di avere una prospettiva familiare se voglio stare bene e soprattutto devo garantirmi un punto di osservazione ottimale su quello che desta la mia curiosità. 

Da dove sto seduta io vedo due cose su cui amo soffermarmi: l'area destinata ai cani e quella destinata ai bambini, con le giostrine e le aree protette dedicate agli svaghi. È da un po di tempo che ci faccio caso, ma forse mi sbaglio.Tutte le volte che vedo qualcuno giocare col proprio cane ho la percezione esatta dell'amore incondizionato e gratuito. Ciascuno dei due è presente a se stesso e all'altro senza possibilità di equivoco. Mi piace moltissimo osservare questo scambio, un po' ne provo invidia e un po' temo che non sarei proprio capace di replicare simili alchimie.
 Nell'area bambini accadono cose diverse e per me in fondo questo è abbastanza strano. Di solito ci sono delle giovani mamme, tutte con lo smartphone, che raramente prestano attenzione ai giochi dei figli o se ne lasciano coinvolgere. Una volta una bambina insisteva nel chiamare la sua mamma dall'altalena per farle vedere come volava in altro, ma quella, quasi a farle dispetto, non sollevò mai gli occhi dal telefonino. Non mi piace osservare l'area bambini. Non mi piacciono le mamme che perdono troppo presto il gusto di esserci davvero per i propri figli. Non è obbligatorio avere figli. È obbligatorio amarli se poi li tieni.

E poi ci sta la zona laterale del parco, quella dove si mettono di solito i latinos e gli arabi, magari con un panino e una birra. Se ne stanno lì a dirsi cose loro, oppure trascorrono a telefono ore e ore. Oppure se  stanno zitti tutto il tempo senza fare niente. Come me.
Quest'estate ci stava pure uno che veniva verso le due, si sdraiava e dormiva. Si metteva sull'ultima panchina prima del limite che separa il parco dall'area agricola. Si è fatto nero nero, secondo me è andato a dire in giro che è stato in un posto figo per due mesi.

Per me questo parchetto sotto casa è una benedizione della domenica pomeriggio. Hai presente la domenica pomeriggio? Io sì, troppo. È quella prova titanica di resistenza disumana durante la quale qualunque cosa faccia o ovunque decida di andare io proverò una sensazione di oscuro non senso, di vuoto, di attesa, di confitto irrisolto tra la fine della festa e la predisposizione all'impegno.
...Certo...se avessi un cane sarebbe tutta un'altra cosa. 

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