Sola andata

Sola andata

sabato 24 ottobre 2015

Turista per il Caso


Le ferie sono belle sempre. Pure se devi solo tornartene a casa tua a passare tutto il tempo con la tuta o a visitare una città che in tua assenza si è resa irriconoscibile. Pablito non si è scordato di me e come era solito fare anche a Milano, quando mi vede scrivere sull'i pad salta in braccio. Anche in questo momento sto scrivendo sotto sua "dittatura".

Quello che veramente trovo utile dell'allontanarmi periodicamente da Milano è la distanza. Non quella fisica dal luogo in cui faccio tutte cose che ritengo sensate e spesso belle nella mia quotidianità un po' faticosa, ma che in fondo mi sono scelta io. Intendo la distanza dalle cose che non mi sembrano chiare, dalle persone che ho provato a comprendere, da certe forme di disagio da cui non riesco a spogliarmi. La distanza è utile e percepire le reali mancanze, il legame effettivo ed affettivo che si stabilisce con ciò che abbiamo deciso di includere nel nostro mondo emotivo.
Anche il ritorno spesso è chiarificatore. Pensavo che questa casa fosse il passato che non torna e invece è qui, con le mie cose, con la sua luce familiare, con i piatti buoni di mia madre. Pensavo che Milano fosse tutto ciò che mi rimane, che prima o poi avrei trovato legami solidi soltanto li, che li avrei avuto la piena realizzazione di me stessa. E invece è successo così tanto ma in realtà così poco che in fondo non saprei dire che storia sarei in grado di scrivere per questi ultimi anni.

Certe distanze hanno senso perché in realtà servono a riavvicinare. Altre solo perché confermano la lontananza che c'è stata sempre.
Ma forse tutto si tiene proprio grazie a questa strana altalena di partenze e ritorni, distanze e riavvicinamenti, passato e futuro, Napoli e Milano...tutto reso meno faticoso da un frecciarossa, un po' di ferie, il Vesuvio e via Mecenate.
E un gatto che mette lo zampino sulla tastiera che racconta i fatti miei 

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