Sola andata

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venerdì 2 ottobre 2015

Il posto dell'anima divisa in due

Questa domenica vado a sentire Bauman intervistato da Ezio Mauro. Per avere questa opportunità ho dovuto attendere la conferma del teatro presso cui si terrà l'evento e poi andare a ritirare i biglietti di invito. Si perché ho due biglietti. Faccio sempre così, tutte le volte che voglio andare da qualche parte, ed è richiesta una prenotazione, chiedo sempre due posti. Poi però mi ritrovo quasi sempre a disdire il secondo posto perché...evidentemente il proselitismo non è proprio il mio talento più spiccato...Oppure, tanto per stare in tema, la società è diventata talmente liquida che ogni tanto forse addirittura evapora. In realtà stavolta non ho neppure chiesto, comincio a rimanerci un po' male per i rifiuti e così sto imparando a smettere di chiedere. Mi fa pensare che un mancato rifiuto vale come accettato e quando sarò in quel teatro mi guarderò intorno, studierò i volti di quelli in lista d'attesa che hanno davvero desiderio di partecipare, mi avvicinerò a quello che ispirerà di più la mia voglia di rendere felice qualcuno e gli regalerò l'occasione che cercava.

Finalmente rivedo i cagnolini infagottati nei loro scintillanti impermeabilini e tutto pare normalizzato nel familiare grigiore di una città che comincia le vere prove per l'inverno. Come è strano accorgersi che alla fine ci si abitua piuttosto bene a certe atmosfere, a cicli che si ripropongono in un posto dove non sei né nato né cresciuto, ma in cui hai dovuto innestarti e adattarti, muovendo passi del tutto nuovi e che hai imparato da sola. A me tutto questo pare normale ormai e invece non è stato per nulla scontato.

 Tra due settimane torno giù in Campania per una quindicina di giorni. Lì i miei vivono in una casa davvero grande sulla quale nel 2008 avevano aggiunto un altro piano perché, nei loro disegni, sarebbe diventato il mio appartamento. Ho avuto giusto il tempo di arredarla. Poi mi hanno chiamato a lavorare. Ci vivo solo quando torno giù. Mi piace tanto quello spazio così familiare e allo stesso
tempo tanto sconosciuto e poco vissuto. All'epoca avevo curato ogni dettaglio, fatto mille tentativi per la disposizione giusta, posizionato a dovere ogni piccolo ninnolo, avevo persino ricavato uno spazio per una piccola palestra...
Che io sappia oggi mio padre trascorre lì dentro un sacco di tempo...e si vede, viste certe indebite aggiunte di quadri e improbabili cartine geografiche che mai avrei potuto autorizzare io...

Ma tant'è. Ormai sono anni che tento di stabilire un dialogo con questo bilocale milanese, volutamente troppo colorato, al quale voglio comunque tanto bene e dal quale farei davvero molta fatica a separarmi.
Eppure quel nido lì, giù in quel paesello chiamato Grumo Nevano, che mi accoglie solo qualche volta, che conserva tutta una parte della mia vita, che è stato costruito proprio sopra la casa da cui tutto è partito...persino io stessa...beh proprio quel nido lì è il posto da cui una parte della mia anima
 non si è voluta spostare mai.

E così ho pensato che quando torno a casa, in realtà è perché sento il bisogno quasi ancestrale di andare a trovare proprio quella parte di anima. Quella che si ostina a ripetermi che lei a Milano proprio non ci viene

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