Sola andata

Sola andata

martedì 6 ottobre 2015

Ne ho idea. E alle volte può anche bastare

E alla fine senti che certe fasi si concludono. Te lo sei detta altre volte, ma non ci credevi, era solo per convincertene. Ma poi arriva veramente quel momento in cui capisci che stavolta è proprio così. Oggi è arrivata una marea di tirocinanti, troppi per lo spazio ridotto dell'ufficio in cui lavoro, e vedere tutte queste persone nuove, come lo ero stata io non molti anni, fa mi ha dato il senso di un passaggio di testimone vero. Qualche tempo fa ne erano arrivati degli altri, ma era stato diverso. Quella volta partecipavo ancora di un certo entusiasmo. Adesso no. Proprio non mi riconosco più nell'euforia di un momento pur così fondamentale della vita. Avrei voluto chiedere loro quanto hanno davvero desiderato questo lavoro. Oppure se, come me e tantissimi altri, avevano solo voglia di un lavoro degno del termine.

Sarà che quest'anno sta passando più velocemente degli altri, che sono successe un sacco di cose ma nessuna di portata tale da prevalere su tutto il resto, sarà che finalmente ho capito proprio bene che ci sono cose per le quali non è il caso di  insistere o aspettare, che sarebbe il caso di coltivare interessi nuovi e conoscere altre persone, auspicabilmente non colleghi dell'ufficio. Oppure, come al solito la questione è molto più semplice, ed è più o meno quella che si avvicina alla situazione di questo istante: la radio accesa, l'i-pad, il fumetto nuovo e una vagonata di una roba scoperta da poco: una specie di  yogogelato inglese senza grassi che solo un angelo custode di prima classe può avermi aiutato a scovare.

La verità forse  è solo questa. Passo un sacco di tempo a rammaricarmi di non essere legata a nessuno, ma in realtà non lo desidero abbastanza da rinunciare all'assenza di tensioni e incomprensioni che spesso ha accompagnato la mia vita non solitaria. Ci pensavo proprio oggi che ci stava una notizia sul presunto valore costruttivo del litigio per la crescita e il benessere della coppia. Secondo me litigare è sempre una cosa brutta assai. Ci si dovrebbe lasciare al primo litigio perché già da quello è chiaro non si è abbastanza uniti da capirsi e convergere senza il filtro spurio della comunicazione verbale. Quando ci si ama prevalgono altri codici, se sono rimpiazzati dalla necessità di spiegarsi vuole dire che si è incompatibili.

Il litigio è antiestetico, debilitante. E toglie tempo agli abbracci. A dirla tutta comincio a tremare già da quando sento due che dicono: "noi abbiamo un bel dialogo". Di più squallido del litigio ci sta il bel dialogo come limatura delle reciproche differenze...chiedo venia, ma a me interessano soltanto le condizioni ideali, che di adattamenti nella vita ne devo già fare abbastanza. E la condizione ideale è amarsi senza limite da subito e per sempre,senza riadeguamenti da confronti continui. Io sono sicura che una cosa del genere esista, e non ha importanza quanto sia poco probabile riuscire a trovarla nel ridotto tempo di una vita intera.








1 commento:

  1. Tutto è impermanente, niente è definitivo o "una volta per tutte". La vita di relazione per sopravvivere alla bruciante passione iniziale, deve trasformarsi e cambiare altrimenti è destinata a finire. Non con compromessi o "costruttivi" litigi, ma con una sana e consapevole condivisione. Ma questo vale un pò per tutti i tipi di convivenze anche quelle sul lavoro.....Abbi fiducia,

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