Sola andata

Sola andata

mercoledì 29 aprile 2020

A ciascuno il suo (di proiezioni e ricreazioni)


Che bello rientrare a casa dopo una lunga passeggiata dal lavoro, come nei lontanissimi giorni di ordinaria routine, e sotto uno splendido sole. Come è strana la normalità quando ti è negata per tanto tempo. Pensavo a queste cose mentre attraversavo via Mecenate, osservando un timido traffico che comincia ad impadronirsi di nuovo dello scenario urbano. Sono rientrata e su rete quattro c’era un film delizioso con Doris Day e Rock Hudson e, anche se lo conoscevo già, l’ho rivisto molto volentieri. Mi ha fatto ritornare al tempo esatto in cui il cinema ha cominciato ad impossessarsi di me.


Sì perché io non ho cominciato da bambina a vedere film in quantità tale da plasmare in questa maniera una personalità o un modo di pensare. Non sono nata in una famiglia di cinefili e non vi erano sale cinematografiche nel mio paese. Sono arrivata relativamente tardi ad appassionarmi così tanto come oggi al cinema. Se dovessi stabilire il periodo preciso in cui ho cominciato a considerarlo un parte essenziale della mia vita forse partirei dall’avvento del vhs. Ero adolescente e cominciai a collezionare quelle in allegato ai quotidiani. Feci mia l’intera collana d’autore che proponeva l’Unità (giornale allora diretto da Veltroni), quell’appuntamento rappresentava una specie di iniziazione verso una cosa che subito capii che mi riguardava.
Poi un giorno successe una cosa molto spiacevole che mi fece capire proprio bene quanto davvero amassi quel modo di investire il mio tempo e vedermelo restituire con intensità potenziata. Successe questo: vennero i ladri a rubare tutto quello che era in casa. Quello stesso pomeriggio avevo appena visto  il VHS di “Hannah e le sue sorelle”, della citata collezione dell’Unità. Mi ero detta che lo avrei rivisto di nuovo per quanto mi era piaciuto e così non tolsi dal videoregistratore la mia amata videocassetta. I ladri portarono via anche quello e io, su tutto, mi rammaricai solo per la mia collezione - privata di un film che avevo appena avuto il tempo di amare. Non mi perdonai mai di non averlo messo al suo posto. Sì, credo che sia stato proprio allora che mi sono resa conto che avevo scoperto che del cinema avrei fatto diverse ragioni e motivazioni di piacere, consolazione, comprensione, sguardo alternativo del mondo, immaginazione, ma anche rabbia, malinconia e sofferenza che sempre accompagnano nuovi approdi di conoscenza. Avevo capito che, con la dovuta attenzione e capacità di selezione, avrei trovato un po’ delle risposte cercate, e che mi sarei data l’occasione di formare un gusto rivolto a sviluppare un pensiero che non fosse soltanto critico ma anche creativo.

Questo per me rappresenta il cinema. Una scoperta non subíta da una condizione spontanea quanto piuttosto perseguita, intercettata e poi coltivata con la stessa ansia febbrile che si prova quando si vuol colmare subito una lacuna involontaria.
Mi piacerebbe poter dire di aver visto tutto, di avere al mio attivo tutto il cinema d’autore, quello di ogni genere, quello mai uscito in sala e che è il vero pane dei nerd più impallinati...ma la verità è che se avessi ragionato così forse non avrei soddisfatto la ragione profonda per cui ho imparato ad amare il cinema e cioè quella di toccare le corde più profonde della parte meno “dominabile” e interpretabile di me. Quando scelgo un film ho necessità di pensare che questo contatto stia potenzialmente per avvenire. Non mi interessa essere una mera accumulatrice di storie che non raccontino anche me. Ho nostalgia di tutto ciò che non ho ancora visto e che forse mi aspetta, ma sono felice di ciò che è già stato e che mi sono regalata quando ormai ero già strutturata per una ricezione consapevole e da modulare alla mia sensibilità. Mi chiedo sempre se i miei idoli di sempre da Allen a Bergman, passando per l’amatissimo Moretti a Wilder, Polansky, Hitchcock... Kubrick...sarebbero stati gli stessi se il mio imprinting avesse avuto una base di partenza differente. Non saprò mai se ho deciso davvero io il mio gusto oppure no.

Ecco, per me amare il cinema, e chi mi aiuta a comprenderlo, è soprattutto questo. E non so che fine avrei fatto senza rendermi conto giusto in tempo di questo.
Uh...poi “Hannah e le sue sorelle” me lo sono ricomprato in dvd. Assieme a una collezione altrettanto bellissima.
E tu? Sei nato con una passione? O come me sei rinato trovandone una quando potevi ormai decidere in tutta coscienza?

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