Sola andata

Sola andata

giovedì 30 aprile 2020

Armi vitali

Comunque secondo me non è stata solo fortuna. In tutto questo assurdo periodo non ho fatto che ripetermi che in fondo è stata anche una preziosissima occasione per riparamentrare tutto quello che erroneamente si dava per assodato e che nei fatti non funzionava. Tuttora rivendico questa esperienza come tra le più preziose della mia vita, pur nel più totale rispetto del dato oggettivo di una tragedia di proporzioni cosmiche. Ciò che considero fortuna è lo star bene, dover rendere conto soltanto a me stessa, essere tranquilla e pacificata in questa solitudine un po’ ovattata. Alla fortuna ho la presunzione di associare anche il piccolo merito di pianificare una forma personalizzata di benessere quotidiano. E questo richiede impegno e disciplina, perché sottovalutare il potere infestante della pigrizia è uno di quei rischi ad altissimo potenziale da cui raramente si esce salvi. Per questo per me è stato vitale: continuare ad alzarmi presto, pulire casa, mettermi a posto, salutare il micio della dirimpettaia che mi aspetta alla finestra, fare sempre qualcosa di buffo per cui ridere di me stessa, mangiare un pezzo di cioccolato fondente e la curcuma, non pretendere di piegare correttamente le lenzuola con gli angoli, non avere piante da far morire, vedere almeno un film al giorno, voler bene a qualcuno a distanza con pensieri benevoli e attenti, scrivere una cosa qualsiasi, sollevare pesi e stancarmi più che posso.

Ieri ho postato una foto una po’ vezzosa su Instagram che però non ho avuto il coraggio di mettere anche su fb. Chissà perché ho questo pudore differenziato a seconda delle piattaforme utilizzate. Strano davvero.
Ieri mi raccontavo del momento preciso in cui ho capito quanto contasse il cinema per me non tanto, o non solo, come forma insostituibile di diletto quanto, soprattutto, di comprensione e scoperta di me e come chiave di lettura del mondo. Dicevo che fu necessario il furto di un film bello, seppure non fondamentale per capirlo. Che modo bizzarro di prendere coscienza di una passione.
Oggi invece riflettevo su quello che può fare un libro letto al momento giusto e mi davo conferma del fatto che per me questo libro rimane, oggi come allora “Lettere morali a Lucilio”. Non è il mio libro preferito eppure per me  risulta ancora come quello più importante. Pure questo è curioso.

Ho cominciato l’anno correndo per dieci km. Era un’alba gelida e silenziosissima e io salutavo con riconoscenza quest’anno così “insospettabile”. Da quando ho smesso di correre i circuiti cardio + pesi sono la mia sola attività “allenante” e di produzione di ormoni del benessere, di controllo della bilancia e anche la migliore formula per chi, come me, ha il fiato troppo corto per essere davvero una buona runner e poco ferro nel sangue per andare più veloce. Non lo avrei mai accettato se non ne fossi stata davvero costretta.

Non è solo questione di fortuna. Trasformare un vincolo, o un evento spiacevole e inatteso, in opportunità richiede impegno, voglia e attenzione. Perché la verità è che tutti i mali vengono per nuocere. Qualche volta però si può decidere di contraddirli. E con armi spesso davvero imprevedibili.


1 commento: