Sola andata

Sola andata

giovedì 2 aprile 2020

Soufflé. Tanto per cominciare. E poi continuare

Il soufflé è in forno. In casa c’è un profumo di vaniglia e limone che mi mette pace. Si tratta di una versione light a base di yogurt greco che avevo voglia di fare da un sacco di tempo. Il soufflé richiede un po’ di abilità e attenzione e pure una certa propensione al rischio di fallimento a cui bisogna essere predisposti.

I giorni passano ancora sereni. Fin dall’inizio mi ero ripromessa di non modificare le mie routine, che posso continuare a conservare in nome di uno schematismo rassicurante dove poter stabilire i confini nei contenere imprevisti e opportunità. Continuo a svegliarmi alle cinque e a prepararmi come se ci fosse la possibilità che venisse a bussare alla porta l’uomo della mia vita. Cerco di non impigrirmi continuando ad allenarmi con quelle disgraziate dei tutorial che seguo, non smetto mai di leggere e ho deciso di vedere solo film che rappresentino una sfida piuttosto che un divertimento. E poi butto qualcosa ogni giorno: faccio una specie di decluttering non troppo traumatico ma ugualmente liberatorio.

Per me è ancora tutto ok. Mi piace molto l’applicazione ottusa di un comportamento che mi pare utile. Ma so quanto sia dura per moltissimi, per ragioni emotive, di salute, economiche, logistiche...perché per molti la piena espressione di sè passa attraverso l’interazione umana. Poi però penso pure a tutti quelli con cui ho rapporti di mera ipocrisia cordiale e che in genere mi affaticano molto, a chi mi ha ferito più o meno consapevolmente, a chi mi è antipatico e che mi fa piacere non dover incrociare in questi giorni. Penso a chi in questa fase non mi ha contattato e a chi insospettabilmente l’ha fatto proprio grazie a giorni come questi. La distanza sociale per me è stata soprattutto rivelatrice. Per il resto non mi stanca per niente.

Il soufflé al miele e allo yogurt greco è quasi pronto. Credo di meritarmelo. Se non altro perché non mi lamento mai. E poi perché addirittura mi permetto di essere serena. E perché mi è ben chiara la differenza tra la mia condizione di persona sana e naturalmente solitaria e l’enorme folla di fragilità eterogenee che in questo assurdo periodo stanno vivendo una specie di inferno a gironi indefiniti.
E perché quando si tornerà alla vita normale sarà tutto più difficile anche per quelli come me che alla vita normale associano un’idea di sforzo innaturale.
Il soufflé è pronto. È leggerissimo e profumato. Proprio come vorrei che fosse qualsiasi altra cosa

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