Sola andata

Sola andata

venerdì 6 novembre 2015

"Quello che mi manca è la mancanza"

Quando penso al più alleniamo dei film di Allen, che secondo me è Manhattan, la prima sequenza che mi viene in mente è la sua super citata lista delle cose per cui vale la pena di vivere. Uno dei punti in cui mi riconosco in pieno è il cinema svedese, che però per me ha un solo nome: Ingmar Bergman. Fino all'altro ieri pensavo che non mi mancasse niente di suo nella mia videoteca: ho persino certe sue opere minori, che forse erano talmente minori che non solo non sono doppiate in italiano, ma mancano pure dei sottotitoli per buona parte dei dialoghi. Garantisco che è un'esperienza davvero "densa", anche per chi lo ama molto, stare due ore a vedere dei frequenti piani sequenza di volti angosciati che parlano una lingua "aliena". Ho persino dei documentari che lo ritraggono in scene di vita quotidiana piuttosto insignificanti, altri che sono delle raccolte di interviste delle sue numerosissime donne. Insomma, per un periodo della mia vita, ho veramente delirato per quel cineasta così geniale, ma francamente così cupo ma che di più cupo ci sta solo il vecchio testamento...

L'altro ieri, mentre sono in Feltrinelli tutta rilassata e non predisposta ai traumi, scopro un film di Bergman che non possiedo. Non l'ho ancora comprato, ne ho visti troppi per non sapere quale stadio depressivo dovrei essere disposta ad accogliere nel vederlo, ma essendo io una completista non credo che resisterò a lungo. Avrò anche quello. Devo solo provare a fare i conti con uno stato d'animo di cui amavo compiacermi un po' di anni fa e che adesso invece farei fatica pure a rievocare.

Mentre ci pensavo ho cominciato ad immaginare anche io la mia lista delle cose per cui vale la pena di vivere, provando a capire quali di quelle sarei capace di ritenere indispensabili per tutta la vita e non solo per certe fasi passeggere o peculiari. Ma non ne sono capace. mi vengono in mente solo cose stupide, ammesso che sia stupida la pastiera napoletana, Camden Town la mattina presto, quelli de ruggito del coniglio, Calvino, un cappuccino fatto bene, un cinema in cui nessuno respira...

No, non sono pronta per una lista seria che mi sveli il segreto del buon vivere con una scala di priorità, rigorosa, razionale ed essenziale. Noi completisti siamo così. Ci piace avere tutta la serie, quella che di solito include sia la paccottiglia che le perle, quella che mischia in ordine sparso le cose che non ci servono e quelle che ci
portano dove dobbiamo andare.
Ho ancora bisogno di tutto per trovare quel pochissimo che mi è necessario.

Ed è per questo che se entro domani non avrò tra le mani quel film di Bergman che ancora mi manca nulla potrà più avere un senso per me.




Nessun commento:

Posta un commento