Sola andata

Sola andata

lunedì 16 novembre 2015

Risparmio e investimento. Un approccio eterodosso a falce e carrello

L'ho fatto apposta. Volevo offenderlo intenzionalmente. Ero in attesa da più di mezz'ora per aggiornare il libretto del prestito sociale della coop, una tradizione di famiglia che ho avviato io da quando sono maggiorenne. La coop è una delle mie certezze esistenziali da sempre. Mia madre mi mandava a fare la spesa piccola da quando facevo le elementari. Credo che sia stato allora che ho sviluppato una mai sopita passione per tutti i gadget presenti nei fustini del detersivo, le raccolte punti, i 3X2, per le promoter...la coop è stata la mia prima occasione di discernernimento tra ciò che è necessario e ciò che è invece superfluo. Una volta sono pure svenuta sul bancale dello zucchero. Mi risvegliai nel magazzino con le cassiere che mi accudivano con le brioches appena sfornate dalla panetteria. Mi era venuta la varicella.

Appena mi laureai feci carte false per provare ad andare a lavorarci. Sostenni una lunga selezione per un master, la superai e rimasi in coop per due anni. Volevo assolutamente sapere come funzionasse davvero il mondo della cooperazione. Quando lo capii, non esitai a licenziarmi. Ma alla coop, come fosse una specie di innesto nel mio dna, non ho rinunciato mai, perlomeno per una spesa minima mensile. Neppure adesso, che penso che l'Esselunga sia incomparabilmente superiore in quanto a politiche marketing, personale eccellente, prezzi...non ci sta proprio partita, mi costa dirlo ma ne sono assolutamente certa.

E così stasera, che avevo capito che quello davanti a me era un dipendente coop "in borghese", irritata da tanta attesa ho cominciato a dire che no, proprio non ci siamo, che l'Esselunga è tutta un'altra storia, che è financo più affascinante. Ho letto negli occhi di quel signore, stanco come me da una fila mal gestita, una specie di dolore e di personale offesa. Mi ha detto "addirittura più affascinante. Ma la qualità dei prodotti, la tracciabilita, il messaggio etico dietro ogni singola etichetta...e poi i prodotti di
libera...".

Io alla coop non smetterò mai di andarci, le voglio bene come si vuol bene quando il legame si è stabilito con l'ostinazione ottusa di chi non vuole ammettere l'errore, pure quando sta là davanti a dirti che è evidente che si trova molto di meglio.

Alla coop vado a metterci i miei risparmi. Pure se mi tocca una fila lenta, un servizio macchinoso e antiquato. Ma è un risparmio sicuro, etico, che mi evoca tutta una storia romantica di lotte, di piccoli affetti familiari, di nonni che raccontano storie di fatica e di ricostruzione grazie ai consorzi, del mio primo accredito di stipendio.
 All Esselunga vado a investire in beni voluttuari, e in quanto tali pure necessari, alla ricerca di quel senso di appagamento immediato, presente, che si consuma presto e che non guarda che a un futuro
breve quanto la capacità di un frigo di medie dimensioni di una persona che vive sola.


Una  mente contorta può fare un sacco di cose. Per esempio creare benessere eliminando la concorrenza  ;)
(Perdonate. Se potete)

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