Sola andata

Sola andata

lunedì 30 novembre 2015

"un altro giorno è andato"

Era un po' complesso, pure poco lineare, a tratti oscuro. Però c'ho trovato dentro un paio di risposte chiare, altre di varia interpretazione e una storia basata su una intuizione molto interessante.

Oggi ho visto "La felicità è un sistema complesso", film di Zanasi di cui avevo apprezzato pure il precedente "Non pensarci" con lo stesso duo Mastandrea/Battiston.
In breve, è la storia di un tagliatore di teste della categoria capi d'azienda, di quelli poco inclini all'attività imprenditoriale perché figli di papà cresciuti senza aver mai costruito nulla e per questo resi fragili da un benessere senza struttura. Sono, in quanto tali individui pericolosi per il corretto funzionamento del mercato. Questa l'apparente motivazione "etica" dell'esproprio aziendale.
In realtà  lo scopo sarà solo quello di continuare a "drogare"il mercato pilotando gli acquisti di colossi rimasti senza padrone. Ma nel sistema capitalistico, si sa, "non è mai colpa di nessuno"  se poi si perdono posti di lavoro, se si delocalizza, si perdono quote di mercato e i padiglioni chiudono.
A fare da contrappunto a questa progressiva e generalizzata perdita dell'innocenza ammantata di necessità ci sono i giovani, che a vario titolo tentano di conservare o raggiungere equilibri nuovi, provando a combattere, a resistere o a ripartire...
Mi è sembrato un film basato su una ottima idea e interpretato da due attori su cui non si discute manco per niente. Notevolissima la colonna sonora di un gruppo indie, con meritata fama crescente, denominato "I cani"

Poi sono andata a sentirmi la "Erre arrotata" del mio venerabile maestro Guccini. Ci stavo io e un campione rappresentativo di tutte le fasce di età possibili. Tutti quanti conoscevamo a memoria le canzoni che andavano durante l'attesa. Una platea così variegata non mi è capitato di vederla mai per nessuno. Ma non per questo mi ha stupito. Per me Guccini appartiene al patrimonio "ovvio" di ciascuno. .
Lui dice di se' che è pigro, che passa la vita nel paesello emiliano dove vive, che certe volte fa degli incontri con le scolaresche e rimane imbarazzato quando gli chiedono pareri sul fenomeno dell'alcolismo. Dice che non vule cantare più e che non ascolta più la musica, dice che l'America gli piaceva tanto e poi un giorno ha deciso che non ci sarebbe ritornato mai più.
Vive quasi come un anonimo pensionato di provincia. Eppure a momenti la Feltrinelli sprofondava nella metro Wagner per quanto era incontenibile quella folla che stava là da ore, in piedi, ad aspettare solo lui.
Pure io stavo là ad aspettare da ore solo lui. Lui e la sua erre arrotata. Mille volte grazie di aver cantato tutto quello che avrei voluto sentire da te.

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