Sola andata

Sola andata

giovedì 17 dicembre 2015

Con la novalgina non l'avrei capito

Oggi me la sono proprio goduta. "chissà che hai fatto di bello" si potrebbe legittimamente pensare. Niente. Non ho fatto niente di vagamente assimilabile a cose piacevoli fatte o capitatemi. Mi sono alzata alle cinque come sempre, e come sempre ho preso una serie di strane pillole omeopatiche di cui conosco solo genericamente la composizione e che nella mia mente plagiata hanno il potere di farmi affrontare meglio il mondo, ho fatto una lunga pedalata sulla mia detestabile cyclette, una doccia gelata, una lunga colazione, quattro chilometri a piedi fino al lavoro. Sono rimasta dentro quell'ufficio fino alle 18:30 e, a parte i buonissimi cannoli generosamente offerti da un collega, una mail molto divertente di un mio amico, un rifiuto alla condivisione di un bellissimo evento meneghino da parte di un altro (...succede...pazienza), direi che la mia biografia non ha subito scossoni particolari in una giornata come questa.
Però oggi sono stata tanto felice perché mi sentivo bene e invece ieri avevo un mal di testa per il quale ad un certo punto di sera mi si è persino appannata la vista. Ero da sola in casa ed è stato abbastanza impressionante. Me ne sono andata a dormire confidando solo nella mia resistenza passiva...e nella forza, come dice il mio amico appassionato di star wars :)

Non prendo mai medicine per questi malesseri, un po' per principio e un po' per avversione a tutto ciò che è palliativo. Se il dolore è umanamente sopportabile, trovo che sia molto sano, e molto saggio, sopportarselo. Può essere un esercizio di resistenza e di tempra e si capiscono un sacco di cose. E cosi stamattina, quando ho aperto gli occhi, mi sono chiesta come avrei affrontato la mia solita giornata, che non è solita per nulla se non riesci ad affrontarla. Mi sono svegliata e stavo bene. È curioso "accorgersi" di stare bene per il solo fatto che non si sta più male. È una sensazione inebriante. Pure se l'equivoco è facile, se è vero, come è vero, che la banalità di un mal di testa può offendere chi combatte con ben altro. Ma io intendo dire un'altra cosa. E grazie ad un giorno di mal di testa mi sono resa conto di quanto siano belle e stimolanti le cose che dico di detestare, che trovo monotone, ripetitive e inutili solo fino a quando potrebbero essermi impedite per scelta non mia.

Di solito questo fatto lo capisco bene con le emozioni, quando riesco a dimenticarmi di affetti sbagliati: smetto di avere il chiodo fisso, non sono più gelosa, non mi arrabbio più, non mi ferisce più...me ne faccio una ragione e il cuore si pacifica. I sintomi della guarigione da dipendenza affettiva sono molto liberatori...salvo poi riammalarmi per altri e altri ancora e guarire per gli stessi identici motivi: incapacità di coltivare i rapporti oltre il magnifico brivido iniziale...che è poi il motivo per cui certi di noi non possono che starsene come stanno: soli pure quando la testa fa male. Una vera sconfitta, ma tant'è. Aspetto il mal di testa giusto per capire pure questa cosa qua.

 Ora sono le 21:10, mi sento ancora molto bene e ho pensato che pure in un giorno banale come questo, dove non è successo niente, nel quale ho riso troppo poco per riuscire a giustificare tutte queste ore di esistenza, è proprio vera quella cosa che quando c'è la salute c'è tutto, perché se stai bene tutto quello di cui hai bisogno senti di avere il diritto di ottenerlo.

 ...In realtà io penso ancora che pure quando ci sia l'amore ci sia tutto...almeno fino a quando mi farà piacere ammalarmi per questo.

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