Sola andata

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mercoledì 2 dicembre 2015

Comprendere senza giudicare

"Comprendere senza giudicare". Pare che questa sia la primissima regola che viene inculcata agli studenti di antropologia e in generale di una qualunque delle discipline che tentano di dare conto dei comportamenti umani. Quest'anno mi è piaciuto ripetermela un numero sufficiente di volte da interiorizzarla meglio che potevo. E così se qualcuno oggi mi chiedesse cosa salverei di questo evitabilissimo 2015 gli risponderei che ho imparato a non pensare solo con la mia testa, perché quella segue sempre la logica ristretta di una che crede che le reazioni altrui siano una regola matematica, che ci rimane tanto male quando poi scopre che non è così e che è sacrosanto che non sia così. Ho smesso all'improvviso di offendermi per le aspettative tradite, dell'affetto non ricambiato e in generale del tempo perduto per cose che non vogliono arrivare. Ho imparato che se smetto di adottare il metodo dell'orientamento al risultato e uso quello dell'entusiasmo dell'Utopia fine a se stessa riesco automaticamente ad eliminare la delusione. Mi sono convinta che la vera piaga dell'umanità si chiami Aspettativa.

Con l'anno nuovo, dopo sei anni trascorsi felicemente senza, riporterò la televisione in casa: non mi va giù di pagare con metodi coercitivi un canone per un servizio che non voglio ma di cui ho diritto. È del tutto illogico quello che dico, perché sono anni che pensò che possedere la TV sia un danno e pagare per comprare un danno non ha senso, ma con un po' di sforzo lo troverò: all'incoerenza si trova sempre una spiegazione visto che è la cosa più umana che ci possa essere. 
Sto facendo pace con un sacco di cose su cui avevo poggiato uno sguardo critico e intransigente. Sono quasi certa che sia un bene solo perché fa stare meglio me. Poi però mi chiedo se sia così necessario che io stia tanto meglio o se piuttosto non sia il caso di conservare un atteggiamento ribelle nei confronti di quello che proprio non ci va, che la nostra testa percepisce come inaccettabile e offensivo. Chi lo sa...no...non è vero...io lo so...

Faccio pace con le cose. E va bene....Ma No che non mi va bene. Le accetto, le comprendo, non le giudico. Ma non va meglio per niente.
Gli economisti di economia dinamica distinguono le aspettative in "adattive" e "razionali". Le prime si limitano a prevedere il futuro solo sulla base di quello che è successo nel passato più una piccola componente di errore da correggere mediante tentativi. Le aspettative razionali invece sono più belle perché si basano su delle previsioni più o meno articolate sulla base delle quali vengono condizionati i comportamenti di oggi. Per me certe volte l'economia, come l'arte, può servire ad imitare la vita... :D

E così ho deciso che con l'anno nuovo faccio così: comprendo, non giudico, non mi offendo, continuo ad essere quello che inevitabilmente sono. Ma provo a dare un'altra possibilità a quella piaga
chiamata Aspettativa.

Poi prometto che la faccio diventare più razionale possibile ;).... Pure se l'incoerenza rimane la cosa più umana che esista. Per chi umano vuole restare.




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