Sola andata

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domenica 21 febbraio 2016

La "combinazione"

Gianluca Nicoletti continua a postare foto di quella epica serata di un paio di giorni fa sulla notte delle barbie viventi. Sapevo che sarebbe riuscita bene, come tutto ciò che promana da quella mente geniale, fantastica e istrionica. Devo dire che ho visto esemplari di creature "bambolate" che mi sono sembrati polverizzare anni di lotte e di emancipazione femminile. Ma la cosa davvero sorprendente è che a fine serata ho pensato che in fondo non ci sta proprio niente di male o di spregevole nel decidere di fare della propria vita una vita da barbie, se questo rappresenta la scoperta di un modo di essere aderente alla propria natura più autentica. In quella donna barbie che a inizio serata trovavo inquietante, con le sue mossette ridicole, le boccucce e le espressioni da oca perennemente giuliva, alla fine della festa l'ho quasi adorata. Se vai al museo delle barbie te ne accorgi subito che ce ne sono di tantissime tipologie: tra quelle ci sei senz'altro anche tu. La tua vera missione è scoprire quale. Si conclude che siamo tutte delle magnifiche barbie, alcune sono già viventi, altre per ora vivacchiano, moltissime di noi stanno nella scatola sbagliata, che come una finta prigione ci impedisce di indossare gli abiti e gli accessori giusti. Io ho avuto solo barbie viso d'angelo...non ci siamo mai dette niente, né scambiate i vestiti, né regalate consigli di comportamento seduttivo. Ecco forse da dove partono le mie insicurezze e i miei disturbi della personalità.

Qualche giorno fa ho rivisto un vecchio film degli anni '50 di cui ho pure il poster attaccato alla parete, per come l'ho trovato perfettamente rappresentativo di un certo universo. Si chiama "The women", un film in cui recitano solo donne (l'unico maschio è il cane). L'uomo però è il protagonista assoluto delle loro conversazioni. Tutte ne sono deluse, perché tradite, truffate o amate poco e male. Il film si svolge quasi interamente in un centro benessere, tipico luogo deputato alla primordiale competizione tra donne: il primato estetico per la cattura del maschio.
Film delizioso e fortemente irritante al tempo stesso. Lo stereotipo della donna-barbie viene perfettamente descritto e nel frattempo si prova a farci pace, non fosse altro che la barbie forse altro non è che l'evoluzione più sofisticata di archetipi ancestrali che affondano le loro origini in una primordiale lotta per la sopravvivenza (tanto è vero che nei titoli di testa le protagoniste sono associate a delle corrispondenti specie animali). Inutile ogni tentativo di smentita: agli uomini (cioè quegli esseri estremamente semplici nella loro struttura cerebrale ma spesso ugualmente irresistibili), in linea di massima, piacciono le donne belle e poi anche dolci e poi anche devote e poi anche sexy e poi anche intelligenti e poi anche virtuose...insomma una combinazione perfetta di, perdonatemi vi prego ma questa cosa va detta così, di madonna e di puttana.
Possibile che una barbie sia stata in grado di rappresentare tutto questo? Secondo me sì, nella misura in cui di barbie ce ne stanno centinaia e quindi centinaia sono le combinazioni di madonna-puttana.

E così ho pensato che una barbie non è altro che la rappresentazione più sofisticata di quell'archetipo ancestrale di felina competizione femminile. E proprio in quanto tale ci può venire in aiuto solo se siamo abbastanza brave a trovare quella che alberga dentro di noi fino al punto di farla diventare "vivente".
Oggi prenderò la mia barbie "viso d'angelo", le darò un bacio per ringraziarla di tutti i sogni che mi ha fatto fare e la metterò in un cassetto da cui non uscirà mai più. Io non sono mai stata lei.


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