lunedì 1 febbraio 2016

Cinema. La mia fuga"verso" la realtà

Quando penso al mio gusto nel vedere continuamente film mi faccio sempre la stessa domanda: la mia è davvero una fuga dalla realtà, o viceversa l'unica maniera per starci dentro fino in fondo??
Ho appena visto l'omaggio a Scola: una specie di lunga intervista-ricordo Piena di misurata leggerezza fatta con Pif poco prima di morire. Il risultato è stato quello di un documentario abbastanza rappresentativo, seppure ovviamente non esaustivo, di un regista che io inserisco da sempre nella voce "divinità".
Gli elementi veri di novità e di enorme interesse che ne ho tratto per me sono stati quelli riferiti alla sua vita privata. Ha conosciuto sua moglie tra i banchi di scuola e l'ha amata senza tentennamenti per tutta la vita, formando una famiglia meravigliosa, allegra e armoniosa in modo quasi irritante.
Quando Pif gli ha detto"ma...maestro, lei sta con sua moglie da sempre!", lui gli ha risposto "...Mbeh?". È stato in quel preciso ...Mbeh...che ho capito quanto per me sia ormai del tutto vana la ricerca di certa "straordinaria normalità". È riservata a pochissimi eletti e in giovanissima età, tra io quali io non posso più in alcun modo essere inclusa. se stasera non fossi andata a cinema a vedere come si faceva in casa Scola non lo avrei mai capito così bene. È mio personalissimo neo-realismo...

Ma io in verità volevo parlare in altri termini del mio bisogno/piacere/passione/ossessione di vedere continuamente film con la bulimia onnivora di chi si impone uno spazio di generi ad amplissimo raggio e con la percezione che dopo qualunque film qualcosa dentro di me è cambiato per sempre. Credo che vedere un film, seguire una storia, provare ad andare oltre il racconto stesso e le immagini, sia soprattutto un atto politico, un punto di vista allargato della condizione umana. Ma forse parlo così solo perché sono fresca di spezzoni di "c'eravamo tanto amati", "brutti, sporchi e cattivi", "la famiglia","la cena", "la terrazza"...può darsi, ma io ho impegnato così tanto tempo della mia vita a fare questa cosa, che se non avessi imparato a tenermi dentro solo i film che contano davvero, ora sarei una specie enorme cineteca-bidone.

Ma forse non avevo veramente voglia di parlare manco di questo. perché in fondo chi lo sa quale sia la maniera più efficace di guardare in faccia la realtà: vivendola e analizzandola con gli strumenti chirurgici che penetrano i fatti con la lucidità dei dati scientifici, oppure decodificandola attraverso lo specchio riflettente (e riflettuto) del cinema d'autore?. Mah...non sono certa di volerlo sapere...
So soltanto che quello a cui non faccio altro che pensare da quando ho cominciato a scrivere stasera ( ad un'ora in cui di solito sono priva di ogni coscienza) è quel bacio dolcissimo che il già anziano Scola ha dato a sua moglie Giliola per il suo compleanno, quella volta che era ritornato da Parigi soltanto per lei e per farle una sorpresa.
Secondo me dietro un grande regista c'è sempre un grande uomo che ama la sua donna come se fossero sempre  dentro a un film. Ora provo ad andare a dormire, che è l'unica maniera che ho di girarmi film per conto mio...

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