Sola andata

Sola andata

domenica 24 luglio 2016

Alzati e cammina. Ma se vuoi, fuggi pure

- Cara C. (collega di stanza con cui mi trovo molto bene.ndr), siamo praticamente l'unico team che non ha subito spostamenti, che ne diresti di approfittare della situazione e provare ad occupare una delle stanze che si sono liberate?
- Mi pare una splendida idea. Qua stiamo in mezzo ad un corridoio di passaggio in cui chiunque può farsi i fatti nostri e prendere atto di quello che stiamo facendo...cerchiamoci una stanza in cui chi ci vuole davvero fa uno sforzo attivo per cercarci

Non ci avevo mai pensato, ma forse certi cambiamenti uno li sente come necessari proprio per questo. Non ci stava proprio nessuna ragione per chiedere di andare altrove. Apparentemente. Ma poi una si mette un po' a fare mente locale e si rende conto che ogni cambiamento di moto a luogo è quasi sempre stato dettato da una intrinseca necessità di andarsene da dove si stava fino a quel momento. Qualche volta le ragioni pur validissime appaiono ancora nebulose, ma questo non ne ridimensiona necessità e urgenza verso il cambiamento.

Mi ricordo che quando stavo nell'altro ufficio ero costretta ad andare in una zona di Milano così lontana da casa mia che non  mi fu difficile trovare delle valide ragioni per chiedere il trasferimento nel mio attuale ufficio. Ma la verità era un'altra. Non la racconto perché non sempre si può spiegare tutto, non quando ci sono di mezzo intrecci anomali, ambiguità e inganni. Sentii il bisogno fortissimo di andar via da lì, di dimenticare quello che avevo scoperto mentre la mia ingenuità provava a proteggermi dallo sconforto e dalla delusione. Tutto passò appena mi allontanai. Un vero piccolo miracolo, ma riuscii a dimenticare tutto e subito soltanto perché la distanza a volte è una cura che funziona davvero benissimo.

Io credo che a volte il vero rimedio contro certe forme di dolore o semplice insofferenza verso un presente che ci mette a disagio sia semplicemente  un cambio di prospettiva. Intendo proprio di quel mutamento di punto di vista che ti impone uno spostamento fisico oltre che di modo di osservare i fatti. A volte si chiama fuga, altre semplice allontanamento. Altre volte basta semplicemente farsi un poco più in là e le cose davvero appaiono talmente diverse che sembrano tutt'altro.
Ci sono presenze che ci feriscono e lo faranno per sempre perché non sono in grado di fare altro per noi. Ci sono luoghi che non ci appartengono e dei quali non ci sentiremo mai parte nonostante ogni sforzo di radicamento. Ci sono cose che è assolutamente inutile provare a cambiare o anche solo accettare per quello che sono. Si continuerà a star male e a rimanere impotenti. Però si può provare ad alzarsi e darsela a gambe più lontano possibile.

Ancora non ho ben capito cosa mi abbia entusiasmato così tanto del possibile cambio di stanza con la collega con la quale andrò in un posto in fondo in fondo al corridoio e dove nessuno ci può vedere (se non per venire apposta a cercare noi). Per ora so che è necessario, che l'idea mi provoca benessere e che mi serve ancora un po' di tempo per capirne anche il motivo. Perché non può non esserci.



Nessun commento:

Posta un commento