Sola andata

Sola andata

venerdì 15 luglio 2016

L'appuntamento. Alla luce di un anno dopo...non era poi così al buio

È passato giusto un anno. Me lo ha ricordato fb. A me sembrava meno. Mi ricordo che fu la prima volta che superai di gran lunga i miei soliti cinquanta lettori di media che si affacciavano su questo blog e la cosa mi stupì moltissimo, ma mi vergognai un po'. Insomma, si trattava pur sempre di un post in cui mi preparavo al mio primo incontro al buio! Forse avrebbe meritato più discrezione da parte mia. Ma in fondo poi perché? È curioso invece il modo in cui oggi ripenso a quell'episodio. Mi ricordo che mi sentivo molto sola, ma non di quella solitudine che ho quasi sempre benedetto nella mia vita (compresa quella attuale) e che per la prima volta non mi pareva assurda l'ipotesi di conoscere qualcuno "sponsorizzato" da persone di fiducia.
Ho riletto quel post con grande divertimento, non ricordavo di aver raccontato pure dei miei precedenti "storici" e neppure di quella strana esaltazione dell'attesa e della curiosità. Però mi ricordavo come mi sentivo mentre scrivevo tutto quello un anno fa, prima di quel l'incontro che nei fatti non si rivelò niente di speciale - ma ormai non aveva già alcuna importanza - per quanto divertente e pure suggellato da una buona cena.
Mi ricordo di un'estate caldissima, di un ufficio in cui ero praticamente da sola, mi ricordo di assenze che mi pesavano e di cui speravo inutilmente il ritorno. Mi ricordo di vestitini che cercavano solo l'occasione  per essere indossati mentre la davo vinta solo a sneakers e magliette di cotone da dieci euro. Mi ricordo che trovavo giusto accettare, tentare e aprirsi a nuove ipotesi.
Avevo ragione. Perché non mi aspettavo nulla, perché non ci stava niente di male, perché faceva un caldo infernale e Milano era semivuota. Come lo ero io.

Oggi non fa più così caldo. E in ogni caso io non soffoco più. In ufficio siamo ancora in tanti. E io sono sola come allora. Ma è tutto tanto diverso da allora. È passato un anno intero e a me è servito per cambiare la mia percezione delle cose e delle persone che non ci sono, non ci saranno mai e che io ho smesso di inventarmi, aspettare, cercare.
E così ho pensato che se è vero che a volte il cambiamento sta tutto nella percezione delle cose viviamo e non nel loro concreto manifestarsi, allora la mia solitudine di allora non è neppure lontanamente imparentata con quella di oggi, che è senza smanie, senza rancori, senza tentativi di annientamento. Io sono fatta esattamente così, non funziono accompagnata perché il carico di idealità che attribuisco ai rapporti li rende praticamente irrealizzabili. E in quanto tali magnifici e inattaccabili.
L'anno scorso queste cose sul mio conto le sapevo già. Stavo solo sperando, per una volta,  di sbagliarmi. Non era vero. C'ho messo un anno intero per capirlo.

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