Sola andata

Sola andata

domenica 31 luglio 2016

Gli altri siamo noi (e la noia)

Stanotte ho dormito proprio bene. Non succede quasi mai e per questo riconosco benssimo la differenza tra un riposo profondo e ristoratore e uno troppo leggero per essere avvertito come rigenerante. Credo che le ragioni di questo piccolo miracolo siano molte: ieri ero stanchissima. Ho rivoltato la casa tra pulizia e riassetto generale, lavato i tappeti, pedalato per trentacinque minuti, camminato per un'ora, fatto la spesa per tutta la settimana, letto un libro bello, riflettuto sui fatti miei mentre cucinavo delle cose molto speziate...e alle nove ero tramortita nel letto pensando che mi sarebbe tanto piaciuto essere al concerto di Calcutta al Carroponte, ma meno male che nessuno mi ci ha portato perché il mio nuovo cuscino memory all'aloe mi stava restituendo altrettante emozioni.

A volte è veramente curioso notare quanta energia assorba la normalità. Ma come hanno fatto gli eroi a diventare tali? Seguivano una dieta particolare? si allenavano tutti i giorni? Si drogavano? Evitavano di riassettare casa? Oppure facevano tutto questo e però erano dotati di qualche soffio vitale aggiuntivo che non viene concesso a tutti?

Dice che la motivazione è tutto e chi è davvero appassionato della vita non ha bisogno neppure della salute per fare cose eccezionali.
Io non ho le prove, ma si racconta che Totò, negli ultimi anni della sua vita, quando faceva ormai soltanto teatro ed era quasi completamente cieco e impossibilitato a muoversi, quando saliva sul palcoscenico era come se ritrovasse la vista e le forze durante l'intera rappresentazione, per poi ripiombare in uno stato catatonico appena ritornava "fuori scena". Dello stesso si diceva di Eduoardo de Filippo e mi viene da dire che qualcosa del genere accadesse anche alla appena mancata Marchesini, che a dispetto di una malattia cosi di "contrappasso" per chi fa teatro non ha mollato il palco fino alla fine...

Io non sono mai stata una prestazionale. Credo che sia un atteggiamento tipico di chi non è troppo esuberante, o troppo fiducioso nei propri talenti e nella capacità di far cose eccelse. Non ci trovo nulla di colpevole in questa attitudine. Però mi è sempre sembrato un peccato non avere passioni così forti da riuscire ad escludere ogni tentennamento e insicurezza da riuscire a lanciare il cuore oltre l'ostacolo.
Alla fine mi sono sempre detta che dormire almeno sei ore è davvero importante, che non è buona cosa ubriacarsi (eccerto...che mi costa...tanto sono astemia), che in fondo le regole è più comodo rispettarle che provare a vedere che succede a infrangerle, che i piccoli passi sono meglio del passo più lungo della gamba.  No, non è vero che penso a queste cose come buone e giuste in assoluto. Però le faccio lo stesso, perché mi fanno comodo e minimizzano gli imprevisti del mio quotidiano. Mi servono soprattutto ad annoiarmi moltissimo e ad un certo punto mi aiutano a capire che anche io sono capace di accumulare, ad un certo punto detto di saturazione, una forza di reazione sufficiente per cambiare e stravolgere tutte le certezze inutili che una vita irregimentata comporta.

Succede anche a me. Che non sono un genio, non ho passioni insopprimibili o talenti indiscussi. Succede a tutti quelli che pensano che il piacere di vivere sia sempre accompagnato da una strana energia magica che dobbiamo provare a sviluppare tutti in un modo o nell'altro. In alcuni è innata. E beati loro. Noialtri la troviamo solo ogni tanto. Magari grazie a un cuscino all'aloe, qualche corsetta, più di un buon libro...e tanta, tantissima noia...


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