Sola andata

Sola andata

martedì 29 marzo 2016

accadde oggi

Ormai è quasi piena. Mi trovo bene a fare così. Una settimana prima di tornare a casa tengo la valigia aperta e lascio che si prepari da sola, con un paio di cose al giorno che decido di lanciar dentro e che ritengo imprescindibili. E così la sera prima di partire è magicamente piena e sono sicura che le cose che non riesco a ficcarci dentro non sono più importanti di quelle che già hanno occupato il loro posticino.

Per tutto il tempo che sarò giù mi perderò una marea di cose magnifiche che accadranno qui a Milano e a cui avrei voluto partecipare assolutamente...ma tant'è e del resto uno dei motivi per cui mi allontano da Milano è proprio questo suo stancarmi e obbligarmi a fare sempre qualcosa o andare da qualche parte...se non lo vivessi sulla mia pelle stenterei a capire di che parlo, ma è esattamente così per una provinciale che è sempre stata ossessionata dall'idea di aver buttato troppo tempo a perdersi le cose che fanno piacere e che aiutano a crescere.

Oggi è il compleanno di una persona che non vedo da tantissimi anni ormai. Non me ne dimentico mai, ogni anno gli rivolgo idealmente i miei migliori auguri sperando che stia bene e che gli vada tutto bene. Una volta che ancora avevo a che fare con lui gli portai una fetta di torta presa dal Mc Donald e gli feci gli auguri di buon compleanno, sapendo perfettamente che lui non sapesse che io lo sapevo. Se ci sta una cosa che amo ricordare delle persone a cui ho voluto molto bene è il loro volto stupito per qualcosa che ho fatto per loro. Credo che certi legami indissolubili passino più o meno sempre per faccende simili. E quindi carissimi auguri ovunque tu sia mio indimenticato "mentore".

"Amarsi non è fare l'amore. È un'altra cosa"...no, non c'entra quasi niente, ma è di Jannacci e oggi fanno tre anni che è morto e a me, da quando vivo nella sua città, dispiace un po' di più.

Sempre oggi ho fatto una cosa strana, tanto che conoscendomi non l'avrei mai detto. Ho scritto una lunga lettera al direttore provinciale. Sono stata molto educata e misurata, ma non ho nascosto il mio rammarico per quella che mi è sembrata una ingiusta esclusione per un'esperienza che avrei avuto tutto il diritto di fare o per la quale concorrere con i miei strumenti e non con un arbitrario ostruzionismo. Ho trovato molto liberatorio questo mio sfogo, mi pare quasi un'iniziazione...quella al coraggio di ribellarsi come succedeva in quel film che non è un film ma un pilastro irripetibile di tutto il firmamento di celluloide fino ad ora conosciuto che è "qualcuno volò sul nido del cuculo".
Quarant'anni oggi.

La città è ancora semivuota, oggi ci stava un bel sole, un'aria che mi ostino a percepire come nuova pure se in realtà mi sento troppo scema a dire questa fesseria infantile e senza fondamento. Ci stanno ancora un sacco di assenti e io non sento alcuna mancanza. E così ho pensato che è davvero un fatto strano sentire di più la mancanza con una presenza che si sarebbe voluta tutta diversa, piuttosto che con l'assenza vera e propria, ma forse è soltanto adesso realizzo che, alla fine, tutti i miei legami più veri e indissolubili sono fatti di resistenza alle reciproche assenze. Sono fatti di mancanza e di soli ricordi belli. Tutto questo ha il sapore di una condanna. O di una salvezza. O dello scampato pericolo di vivere di presenze non all'altezza di un compito così arduo come quello del perfetto accordo.

Ma oggi è oggi. Spero che domani accada tutt'altro.





Chi lo sa a chi farò per sempre gli auguri di buon compleanno senza che se ne accorga mai, come ho fatto oggi










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