Sola andata

Sola andata

venerdì 11 marzo 2016

Quant'è bella giovinezza? Boh...fai un po' te

Sono proprio bravi. Alcuni di loro rasentano l'eccellenza e mi chiedo come e se riusciranno a conservare tutta quella energia spumeggiante anche tra qualche anno, quando si saranno meritatamente assestati su equilibri rassicuranti e prevedibili. Sono così quasi tutti i tirocinanti che ho visto in questi ultimi mesi alle prese con le diverse attività che interessano il settore lavorativo nel quale ho avuto in sorte di stare pure io. E non sono così stupita perché solo adesso realizzo che c'è gente nata negli anni '90 e non si sente in colpa per questo. No. È pure per certi modi gentili a cui io faccio sempre molto caso quando sono fatti bene.

L'episodio che mi ha ispirato certi pensieri è questo. La mia collega di stanza sta formando alcuni tirocinanti sulla lavorazione dei rimborsi iva. Quasi tutti capiscono bene le cose e alcuni di loro brillano per direi sublime apporto creativo. Uno di questi oggi ha imbastito un racconto fantastico partendo dall'esame delle fatture di una società. Un lavoro di fantasia inimmaginabile per un tipo di attività su cui mi è impossibile pensare di introdurre un qualsiasi elemento goliardico. Lui ci è riuscito e io ho riso per tutto il tempo. Non so neppure come si chiama e manco c'avevo mai parlato, però non so come, è venuto a sapere che non ho visto nessuna serie televisiva degli ultimi anni e che mi piacerebbe recuperarle. Lui invece le tiene tutte scaricate. Ieri è passato in stanza e mi ha detto che me le avrebbe portate. Oggi me le ha    messe tutte su una chiavetta. No...così..mica volevo fornire materia per un romanzo. Però mi ha fatto tanto piacere, mi ha stupito molto e mi è sembrata una gentilezza del tutto inattesa...Tanto più se la settimana è stata tanto difficile, se certe risposte che ritengo importanti ancora non arrivano, se mi sento strana e non so di che stranezza parlo.
Forse è solo che per la prima volta faccio davvero i conti con la giovinezza altrui, però con quella fatta di adulti, giovani ma già consapevoli e strutturati, che hanno nella testa e nel lessico un mondo diverso da quello in cui fino ad ora mi incastravo perfettamente perché era quello che a cui ho imparato ad abituarmi e a considerare come il solo possibile. Quello fatto con la mia di testa e col mio di lessico. Forse il vero dramma di non essere genitore sta tutto qui: non ti accorgi in modo spontaneo degli infiniti mondi possibili costruiti dai figli di un tempo diverso...

Oggi esce l'ultimo dei "Tre allegri ragazzi morti": band che seguo da tempi non sospetti, e ben prima dell'oltraggioso sodalizio con Jovanotti. Una volta sono andata alla Feltrinelli perché Toffolo, il cantante, è anche e prima di tutto un bravissimo fumettista. Gli dissi che di lui (ora cinquantenne) ammiravo soprattutto il modo fantastico di descrivere l'adolescenza. Lui farfugliò qualcosa, mi sembrò molto imbarazzato e pure un po' commosso e poi mi disse: "Si, l'adolescenza è l'unica età che mi interessa davvero. Grazie di averlo notato". Quando viene a cantare a Milano vado sempre a sentirlo e una volta, in una specie di centro sociale, ho avuto persino il privilegio di "spogliare" il "Tofo" dal suo consueto costume da gorilla, anfibi inclusi(!!!!). Un matto vero, che se riesce a conservarsi così è perché con i giovani non smette mai di avere a che fare. ora lo so. La sua mi pare quasi un'ossessione e solo ora comincio a capirne davvero i motivi. Perché se è vero che l'infanzia è sacra, tenera e fiabesca e invece l'adolescenza è maledetta, spigolosa e ribelle, in realtà è proprio in quella specie di inferno anagrafico che si decide più o meno tutto ciò che sarà.

Io dell'infanzia non mi ricordo niente e dell'adolescenza ho preferito dimenticare tutto. Non voglio neppure sapere se la cosa sia grave o indifferente. So per certo che quando mi capita di essere abbastanza attenta e osservo i percorsi di chi ha un orizzonte temporale  piu vasto del mio, penso che questa sia l'unica maniera che ho per recuperare qualche piccolo frammento di quella che sono stata io e della quale ad un certo punto non ho più saputo nulla.






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