Sola andata

Sola andata

mercoledì 16 marzo 2016

Tra volontà di "ferro" e fiducia nel Caso (ovvero, come ottenere quello che vuoi anche se non puoi)

Certe emozioni le provano solo quelli come me. I disordinati cronici. Noi della categoria sappiamo ormai per certo che ad un certo punto della vita ci rassegneremo al fatto che finiremo sconfitti e dominati dal caos. E a nulla varranno le periodiche crisi isteriche da "schiava Isaura" che si affannerà a riposizionare tutto secondo un'armonia cosmica a cui non tenderemo mai. Perché è così! è esattamente cosi che proiettiamo noi stessi nello spazio che tentiamo di gestire e sul quale ci illudiamo di lasciare una traccia. Non ci sta verso: le cose del disordinato il posto se lo scelgono da sole e quando lui le cercherà loro si troveranno in un posto che lui non immaginerà abbastanza presto da evitare disperazione, sconforto, rassegnazione, smarrimento. Si, il disordinato è fondamentalmente uno che perde le cose per un tempo che è direttamente proporzionale all'importanza e all'urgenza della cosa perduta.

Quella bastarda è stata sempre là, sulla mensola dell'ingresso che mi sta sotto al naso da qualunque angolo della casa (...casa...spazio infinitesimale capace però di occultare l'infinito mondo), ma soffocata sotto dodici collanine di perle colorate, un taccuino del 2013, una foto della mia laurea...quella bastarda di una USB che contiene la documentazione fondamentale su cui ho investito tutto il mio futuro prossimo se ne stava serafica e indisturbata sotto quelle macerie del mio quotidiano e del mio passato più dimenticabile. Ho impiegato due giorni a cercarla, mi sono chiesta in quale anfratto della casa si fosse insinuato, ma poi mi sono estesa nelle ricerche pure in ufficio, per tutta via Mecenate, per ogni posto abbia calpestato e in cui era ragionevole pensare di averla persa...due giorni nei quali non ho pensato ad altro che a una cosa che se ne stava tranquillamente non a vista ma sotto il mio naso.
Poi stasera l'intuizione. L'ho trovata e avrei voluto uccidere il vitello grasso per quanto ero felice

Dice che ti accorgi del vero valore di una cosa solo quando ti rendi conto di averla persa. Io non credo che sia vero in assoluto. Noi disordinati non mettiamo a posto le cose a cui teniamo perché ci piace tenerle a portata di mano, crediamo che lasciandole sparse è come se fossero sempre vicine a guardarci e a fare da contorno alla nostra quotidianità. Salvo poi rimanere soffocate da tutte le cose inutili che intanto accumuliamo senza motivo. È così che poi le perdiamo. E ritrovarle non ce le fa amare di più, ma solo riconoscere meglio il nostro schema interiore delle priorità.

Domani ci riprovo. Vado a donare il sangue. Già me la immagino la solita dottoressa che mi dice: "ancora tu? Ma lo vuoi capire che non tieni ferro? È la terza volta che ti faccio fare la cura e stai sempre a 11.8. È poco...hai capito...è-Po-co...vattene"
Ma in questa cosa stavolta sono stata ordinata, metodica e diligente: ferro, carne, lenticchie, frutti
rossi...disordinata è stata invece la mia natura, quella molto "femmina" che ciclicamente mi fa perdere tanto ferro e che ha fatto visita in largo anticipo stavolta. Manco con la buona volontà sto tranquilla...vediamo se prevale l'obbedienza ossequiosa alle raccomandazioni o invece il diabolico disordine naturale delle cose della mia vita.

Una cosa che spesso sento dire è che se tieni tanto a una cosa non la devi dire a nessuno, devi provare ad ottenerla all'insaputa di tutti se non non si realizza...ecco, lo sapevo che tenere un blog era controproducente. Che mi dispiace di non aver trovato il grande amore lo sapete tutti. E quindi niente, ormai non nasce neanche più. Non mi ricordo se ve l'ho detto che sto aspettando l'esito della mia candidatura per l'estero con un'ansia pari solo a quella provata all'esame di diritto commerciale. Ora lo sapete e quindi stagionerò a Milano per sempre e l'Europa uscirà da se stessa pur di evitare che esista un'esperienza in Europa a cui io possa candidarmi. Ma davvero funziona proprio così? Io sono disordinata, non amo le tattiche e neppure le strategie. Sono convinta che avere un metodo rigoroso funzioni, ma solo fino a un certo punto. Mi piace di più pensare che il Caso voglia metterci lo zampino a modo suo, che mi sollevi da una parte delle responsabilità e che decida che le cose che desidero, anche nella mia maniera sgangherata, alla fine me le meriti abbastanza da riuscire ad ottenerle. Preferisco che il Caso fuori di me e il Caos dentro di me si incontrino in un punto esatto detto Eureka!

 Quella dell'oroscopo mi ha detto che nel week end incontrerò l'amore...ma già c'ha preso tanto fino ad ora, non posso pretendere troppo. Non vedo l'ora di sapere quanto ferro tengo nelle vene...metti il "Caso" che sia tanto ;)...





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