Sola andata

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giovedì 7 gennaio 2016

Assolo. Ovvero...Scusi lei, si ama o no?

Bisogna sempre dare una seconda possibilità a chi ti ha dato molto, ma che forse a causa di un entusiasmo mal gestito, qualche volta non ha dimostrato le sue doti migliori, facendoti ritenere che tutto il bene che pensavi sul suo talento era stato irrimediabilmente tradito.
Ma nel nostro essere imperfetti ci stanno pure i tentativi, le strade nuove da esplorare senza un metodo collaudato, le idee buone ma realizzate solo in parte. E se si è in buona fede il perdono poi arriva.

La premessa a tutto questo misterioso pippone è che ho voglia di parlare del nuovo film della Morante, attrice che amo immensamente e che considero tra le migliori del nostro cinema, non a caso protagonista di due dei migliori film di Moretti. È appena uscito il suo secondo film intitolato "Assolo".
Quando vidi la sua opera prima "Ciligine" ne fui così delusa che pensai che la mia condanna sarebbe stata quella di assistere alla costante caduta dei miei miti perché incapaci di reggere il peso della mia visione idealizzata.

Ma questa volta ho proprio voluto fare un sforzo di riabilitazione. Non poteva essere finita lì, con quel brutto film di un paio di anni fa. E cosi sono andata a vedere "Assolo" piena di belle speranze. E per fortuna il tentativo di recupero mi ha restituito rinnovata fiducia nella venerazione del mio Olimpo fai-da-te.

Il film è una lunga e divertente seduta psicanalitica, interrotta solo dalle sottolineature di vita reale a supporto di tutte le fobie, le insicurezze, le delusioni, di una donna non più giovane e con tanti uomini sbagliati a costellare la sua solitudine inappagata.

 Flavia, la protagonista, crede di non essere capace di stare da sola. Fa progetti assurdi con uomini improbabili, perdona loro tutto, al punto che ne accoglie come parti della nuova famiglia allargata pure le compagne. Non riesce a prendere la patente perché ritiene di non essere in grado di padroneggiare alcuna strada,  non comprende i comportamenti anomali delle altre donne che riescono a tenersi i propri uomini pure mentre li tradiscono.
Flavia è una donna buffa, intelligente ma fragile e non riesce a capire che la parte più 
adorabile di lei è quella maldestra goffaggine che la salva dalla rassegnazione e la spinge a fare 
continuamente dei nuovi tentativi. L'unica sosta a tutto questo quotidiano caos sono le sue lezioni di tango, il ballo dove è l'uomo a condurre, e lei aspetta con una rosa in mano di essere la prescelta. Ci riuscirà? Chissà. 
L'unico essere con cui stabilisce il legame perfetto è la cagnolina dei vicini. Con lei è bella, spontanea
e allegra, non fa e non dice mai nulla di sbagliato e quei momenti con lei sono gli unici di pura gioia.

"Assolo" è un film femminista nel senso più classico che riesco a dare a questa parola usata spesso così a sproposito. Pur se con ironia, non si mostra mai indulgenza verso certe subdole nuove forme di 
sottomissione e di dipendenza affettiva di donne che non ce la fanno a stare da sole. 
L'idea di fondo che mi pare di aver colto su tutto, e che a me consola molto nella mia fallita ricerca dell'amore perfetto, è che non c'è nulla di strano nel provare ad essere felici da soli e che esistono forme d'amore che trovano la loro espressione più compiuta anche in altro che non sia un compagno, o i figli stessi. Perché forse la ricerca dell'amore ha il suo passaggio obbligato nella piena consapevolezza di se stessi e quando si ha la fortuna di raggiungerla, a quel punto gli uomini potrebbero anche non essere più di alcuna utilità.
 Bisogna sempre dare una seconda possibilità. Brava Morante.

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