Sola andata

Sola andata

domenica 3 gennaio 2016

Tanta "roba"

Ho cominciato il primo e ho deciso di continuare fino a quando mi farà così piacere. Ho iniziato a buttare roba. Per molti è una pratica normale, per me è una piccola conquista. Io mi affeziono alle cose che posseggo, sono un'accumulatrice compulsiva di gadget che vanno dalla borraccia della Coca-Cola,al servizio per la colazione di Mc donald, alle mitiche tazze rosse del Nescafe, alla tazza inglese deiMc vitie's, persino alla mucca della simmenthal. E poi padelle, vassoi, piadiniere (?!?!), scatole di metallo di ogni genere...Ho dei maglioni di quindici anni fa, rossetti di tutte le tonalità che poi non ho messo mai. Cose così, di relativo o nessun valore che ingombrano in modo apparentemente innocuo il mio piccolo spazio, che affollano i ricordi, che provano a riempire insicurezze e ansie da horror vacui.

Ci pensavo da tempo, da quando mi sono ricordata del primo giorno che ho messo piede in questa casa. La settimana prossima fanno giusto sei anni. Era il 10 gennaio e ci stava solo il letto e il forno a microonde. Niente altro, neppure una sedia. I vestiti in una sola valigia e neppure il riscaldamento. Ho fatto tutto io. Quando finivo di lavorare andavo all'ikea, compravo un mobile alla volta, me lo montavo e il giorno dopo me ne caricavo un altro. È stato bellissimo dare forma e vita a questa casa e l'aggiunta di ninnoli e oggetti era la mia maniera di fissare degli attimi, di plasmarla secondo le mie inclinazioni del momento, personalizzarla e renderla sempre più funzionale alle mie necessità.
 Ma io sono una casinista cronica, non so tenere a posto, non so gestire razionalmente lo spazio e quello che contiene. E così ho capito che avere troppe cose mi avvicina inesorabilmente all'infelicità. Sono partita dall'armadio. Ora è dimezzato. Ho aperto i cassetti: traboccavano di ritagli di giornali di tre anni fa, di collanine spezzate, di estratti conto, di appunti di economia (!?!?!). Ora sono vuoti, ma per anni non ho avuto la possibilità di metterci dentro neppure uno spillo. Credo che funzioni così pure per un cervello ingarbugliato: non può partorire idee veramente nuove se non si libera del fardello di una visione arcaica, blindata, istituzionale e precostituita. E sono certa che funzioni così anche col cuore: non ci metti dentro niente se te lo lasci intasare dai "vampiri".

Poi ho preso la mia tazza storica delle tisane della sera. Ci avrò bevuto centinaia di volte, nonostante nel frattempo siano arrivate delle tazze bellissime che non ho ancora mai inaugurato. Ha accompagnato tantissime delle mie paturnie serali, si è lasciata raffreddare fino a rendere imbevibile il suo contenuto...credo sappia troppe cose di me ormai. È giusto che ci separiamo.

Non lo so come sia riuscita ad accumulare tutte queste cianfrusaglie in un tempo in fondo così modesto. So soltanto che dal primo gennaio di quest'anno ho cominciato un processo di "decumulo" che mi sta dando grandissima soddisfazione e intendo continuare fino a quando gli oggetti che passeranno al setaccio non avranno qualcosa di così importante da raccontarmi da poter meritare di restare con me. Voglio che rimangano solo cose che abbiano un significato. Della "roba" - intesa in senso pirandelliano - non so più che farmene.

C'è un libro che è uscito l'anno scorso, e che per comprensibili ragioni è diventato un best seller, di una giapponese che si chiama "il magico potere del riordino" e che aiuta proprio a compiere questo percorso. Volutamente non l'ho ancora letto perché mi hanno spiegato che l'autrice consiglia di liberarsi delle cose in blocco, e non in modo progressivo, altrimenti il senso di liberazione non si avverte e il suo metodo non funziona. Io ho un po' paura di fare così. Ho bisogno di capire quanto davvero poco contino le cose di cui mi sono circondata in questi anni, devo darmi il tempo di
chiedere loro scusa per il mio poco affetto e poi lasciarle andare, spero riciclate per più sensati usi.

Sono tre giorni che la mia casa si è alleggerita da un sacco di "roba", facendomi riscoprire le cose a cui tengo davvero e cominciando a dare la possibilità a quelle mai usate di farsi conoscere meglio. Farò così tutti i giorni fino a quando capirò che quello che rimane è ciò che posseggo davvero.

Stasera inauguro la mia nuova tazza. Il cucchiaino invece è ancora quello vecchio...che solo cose nuove mi mettono ansia.


Nessun commento:

Posta un commento