Sola andata

Sola andata

sabato 9 gennaio 2016

Giornata "svedese" (No, non sono andata all'Ikea)

L'ho comprato più di un mese fa. Mancava solo lui alla collezione e solo per un caso fortuito, mentre ero in Feltrinelli a cercare altro, me ne sono accorta. Però solo oggi ho avuto il coraggio di toglierlo dal cellophane e sottopormi alla certezza di una prova di resistenza non indifferente.

Io ho scoperto il cinema di Bergman (Ingmar) esattamente dieci anni fa, direi relativamente tardi per averne un vero "imprinting". Ho cominciato con "Persona", che considero ancora oggi il suo film più delirante e il mio preferito in assoluto, e non mi sono più fermata. Diventò un'ossessione per me e non perché mi facesse piacere vedere i suoi film, ma perché ne rimanevo trafitta, mi toccavano così a fondo che non riuscivo a fare a meno di quel potentissimo malessere che mi procurava. Quando pensai di aver visto tutto della sua produzione, ritenni chiusa una fase importante della mia vita che stava includendo ovviamente anche dell'altro: per esempio un periodo di mancanza di lavoro, una persona che non riuscivo a scordare, una vita familiare complessa...i film di Bergman mi parevano restituire un mood fatalmente coerente con tutte queste difficoltà pratiche ed esistenziali.

Per anni non ho più avuto il coraggio di rivedere nessuno dei suoi film, pur senza smettere mai di ripensare a certe scene o specifici episodi da riadattare per analogia alla mia vita. Poi in un Natale di tre anni fa ho rivisto "Fanny e Alexander", il film che riassume un po' tutta la filosofia bergmaniana e con stupore ho scoperto che mi restituiva delle emozioni e dei punti di vista molto diversi dalla prima volta. E così piano piano ho preso a rivederne altri e mi sono compiaciuta delle mie antica ossessione per questo gigantesco cineasta.

Mi mancava solo il film che ho appena visto che è "L'immagine allo specchio". Avevo intuito che mi avrebbe devastato, che ne sarei uscita con le ossa rotte, che quando tocchi i traumi infantili, l'incomunicabilità,  la follia, i ricordi sepolti, gli antichi rancori irrisolti...giochi facile con me e quella mia compagna occasionale ma petulante chiamata angoscia.

Vero è che oggi è stata una giornata "svedese", buia, piovosa, solitaria, silenziosa, di quelle in cui il vero pugno in faccia sarebbe stato proprio vedersi uno Zalone e la sua simpatica idiozia ( detto senza snobismo...che tanto prima o poi ci casco pure io).
Ma secondo me ci sono giornate così chiaramente definite che sarebbe un delitto andare fuori tema. Ci sono forme di tristezza e di malinconia che vanno nobilitate invece che rinnegate, perché il contrappasso dell'allegria ostinata rischierebbe di fare peggio.
Oggi ho visto un film molto duro, che ovviamente conferma la mia fede bergmaniana, che avrei potuto vedere solo in un giorno come questo.
Possibile aver provato un immenso piacere per tutto questo?
Sì. Se il dispiacere te lo racconta Bergman (Ingmar)


Nessun commento:

Posta un commento