Sola andata

Sola andata

sabato 23 gennaio 2016

Solitari di tutti i paesi...(unitevi a chi?)

Oggi Milano era più bella delle altre città. Ne sono certa. Io sono ancora quaggiù a casa, nel mio paesello campano, e anche se confesso con ammissione di colpa di non partecipare a tutte le manifestazioni di cui pure condivido il messaggio, oggi sono sicura che sarei stata in mezzo a quella folla oceanica a rivendicare la cosa più normale di questa terra: il diritto di amare chi ci pare. Milano ha subito un affronto da una parte dell'amministrazione regionale a quanto pare per nulla rappresentativa del sentire di questa porzione di paese. La risposta mi è sembrata doppiamente eloquente.

Se soltanto lo sapessero, quei "normali" del family day, quanto è difficile per tanti di noi trovare qualcuno con cui costruire quel tipo di legame che loro tanto difendono...per la verità pure per un qualunque altro tipo di legame. Se soltanto sapessero che il mondo che hanno in testa loro, quel tipo di modello sociale, quel genere di dinamiche umane...in realtà non esiste più o è soltanto una piccola e direi insignificante parte delle infinite ipotesi di legami umani e di tipologie di amore...non aggiungo ulteriori banalità all'assoluta evidenza di un tema che pare essere ostico solo per l'Italia...

In effetti per molti è così facile fare tutto bene, nei tempi e nei modi giusti (ma poi giusti per chi?), come se seguire una cronologia esatta delle fasi dell'esistenza ci tutelasse dall'errore e dallo sbandamento. "Ti devi laureare presto e bene", "devi trovare lavoro prima dei trent'anni", "devi sposarti prima dei quaranta e fare almeno due figli", "devi avere un progetto di vita"... perché sennò che succede? E se non ce la fai? E se non è quello che vuoi veramente? Chi lo stabilisce come devi interpretare davvero la tua vita?
A me è bastato non farmi mantenere più dai miei per provare a vivere come meglio potevo. Ho quasi quarant'anni e in fondo sono addirittura felice di non aver ancora capito su quale progetto di vita starei lavorando o cosa nel frattempo mi starei perdendo. Non mi interessa la famiglia tradizionale perché non ho mai capito cosa diavolo significhi. Non ho trovato la persona con cui condividere la vita perché succede a volte che il mondo non sia poi così piccolo per facilitare certi incontri. Faccio una fatica inenarrabile a cercare di rendere accettabile la casualità che si insinua nella mia esistenza che almeno quello che non è casuale vorrei scegliermelo io con la cura e la calma che merita.
Sì, perché in fondo ci stanno pure quelli che come me appartengono al limbo nelle "non unioni" e che si compiacciono che nessuno si occupi "politicamente" o "eticamente" di loro e della loro fatica a gestire l'impossibilità di una collocazione antropologica socialmente interessante. Ci sono le persone sole che stanno lì, che mi immagino come ad un ipotetico lungo balcone ad osservare l'interessantissimo dibattito su come a due a due si possa costruire un sistema socialmente accettabile.
Io da quel balcone qualche volta sono scesa, ho provato la mia parte in coppia, sono passata per il progetto di vita, per le cene fuori, per la conoscenza delle reciproche famiglie d'origine, per l'incomunicabilità...e per il ritorno sul balcone dei soli. Che tanto per me pure quella è famiglia. La numerosa famiglia umana









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