Sola andata

Sola andata

martedì 26 gennaio 2016

Turista per case...

Sono state giornate strane. Le mie ferie avanzate dall'anno precedente si sono quasi concluse e non mi ricordo da quanto tempo non dormivo così tanto. Che sensazione stranissima e meravigliosa per una insonne cronica che raramente percepisce i benefici di un riposo profondo.

Mi ero imposta dei ritmi blandi alternati a tanto sport da cadere a terra tramortita, un po' di riflessione su come mi piacerebbe interpretare il mio ultimo anno prima dei famigerati -anta, che così tanto mi spaventano,  e non ultima l'intenzione di capire quanto davvero mi convinca ancora la vita a cui ritornerò da domani in avanti. Ho realizzato con stupore come sia facile gestire l'assenza di persone che non mi fanno stare bene come vorrei tutte le volte che le cerco e ho appurato a malincuore che certi legami mostrano la loro debolezza proprio con la distanza...certi trappoloni li risolvi solo così. Peccato.

Non ho pensato al mio lavoro neppure per un secondo, non ho nessuna voglia di ritornarci, non ho voglia di rivedere la maggior parte di quelli che condividono quello spazio orrendo con me e non so come fare per cambiare quella realtà che benedico e maledico nella stessa misura.
Ho invece pensato spesso al mio bilocalino così poco competitivo con la mia bellissima mansarda campana...mi si perdoni l'immodestia...ma la mia mansarda è troppo bella..così appassionatamente studiata nei dettagli di quello che avrei voluto che fosse il mio vero nido per la vita: luminosa, spaziosa, "cinefila" e "sportiva"...
Ma nonostante tutta questa bella accoglienza, per la prima volta e con sorpresa ho sentito la mancanza di quel piccolissimo spazio che non mi fa mancare mai nulla, che ha sempre assecondato i miei continui riadattamenti, il mio disordine incurabile, la mia cronica stanchezza da divano-da-cui-non-mi-smuove-manco-satana. Sì, la mia tana stavolta mi manca. Ormai è lei il mio guscio.

Lo sradicamento passa pure per certi nuovi criteri di definizione del senso di appartenenza.
Ormai mi succede così: passano gli anni, ogni tanto ritorno a casa mia, tutto mi pare sempre un poco diverso, un po' più distante, ma allo stesso tempo più piacevole, come se l'idea stessa della permanenza ridotta rendesse quel vecchio schema domestico più affascinante.
A questo giro a Milano mi porto pure la TV che non possiedo da sei anni! ma non voglio regalare il canone per un servizio che non ricevo. Ho scoperto che danno ancora "la
casa nella prateria" e "un posto al sole", che Magalli non è ancora in pensione e che l'unico canale che
non mi sembra un'offesa alla civiltà è Laeffe.
Domani torno a casa mia, dalle cose che mi mancano e dai miei amici del nord. Che bello.

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