Sola andata

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domenica 27 settembre 2015

La piazza, la luna e il 27

Mentre scrivo, la notizia dominante è la morte di Ingrao. Per chi come me ha un sufficiente numero di anni da aver potuto votare comunista, sapendo  che significava davvero quella cosa lì e non altro,  la perdita di un dirigente storico di quel partito fa molta impressione perché è come avere la percezione del' estinzione di una visione, di una ipotesi diversa del fare politica, della scomparsa di uno dei custodi ultimi di questo sublime patrimonio di idee. Aveva 100 anni, ma forse non sono stati abbastanza. Riposa in pace, se di riposo avevi necessità.

Oggi mi è toccato stare in giro per Milano per tutto il pomeriggio. Il centro è piuttosto impraticabile in questo periodo e così dopo due ore di spostamenti rutilanti ho sentito il bisogno disperato di un posto tranquillo al riparo dalla folla oceanica....davvero non ne potevo più. In galleria ci sta la Feltrinelli. Bisogna scendere come se si andasse in metro. Ci sta una bella luce e un silenzio di cui ti accorgi subito, visto che stai scappando dalla pazza folla della piazza. Non me ne sono resa conto, ma ci sono rimasta due ore. Mi pareva interessante pure il libro dei gas nella sezione scienza, pur di non risalire in quella bolgia. Ho comprato tre dischi e una cosa che per me che vivo con gli auricolari credo che mi svolterà l'esistenza. È una specie di rocchetto che mi eviterà di trovare sempre le cuffie annodate (che non ho mai capito come facciano a fare tutti quei nodi da sole).
Ho persino chiacchierato col promoter delle Smartbox. Gli ho raccontato della mia bella esperienza al centro benessere di Lovere trovato proprio con quella formula. Poi però gli ho confessato che ho scoperto che la consorella povera di questi box del tempo libero mi avrebbe offerto lo stesso albergo con un pacchetto che costa 30 euro di meno. Poverino non ce l'avevo con lui, ma la concorrenza funziona meglio con consumatori un poco attenti.

Poi però non ho più avuto scuse. Sono risalita all'inferno. Ho attraversato la piazza ma non ho preso la metro, volevo godermi lo spettacolo di una città così pulsante di vita, pure senza capire bene quale sia il vero oggetto di questo enorme battito collettivo.
E così ho pensato a chissà come era la piazza che ospitava la massa che andava a sentire Berlinguer e Ingrao. Pensavo questa cosa proprio sul 27, mentre leggevo certe dichiarazioni di Giovanni Lindo Ferretti sui migranti e proprio mentre mi chiedevo che tipo di percorso si decide di scegliere a un certo punto della vita per cambiare diametralmente punto di vista sul mondo.
Si dice che cambiare idea è degli intelligenti, di quelli che fanno autocritica. Ecco, io penso che questo qualche volta sia pericolosamente falso. Esitono idee talmente buone e compatte e coerenti, che puoi limitarti a portarle avanti per tutta la vita pensando solo a come realizzarle in modo pieno. E poi ci stanno quelli che cambiano idea, magari dopo aver cantato di giustizia sociale e di uguaglianza, per fare posto al l'esclusione e alla discriminazione.
Ingrao disse che voleva la luna. Se avesse aspettato un altro poco stasera ne avrebbe vista una tutta rossa. Ma chissà forse pure questo significa qualcosa...
Meno male che il 27 è arrivato presto. In quella piazza c'era da diventar matti oggi.

2 commenti:

  1. come al solito ti leggo volentieri perché fai delle analisi di qualsiasi argomento a perfezzione. Io non so scrivere... perdono. Un abbraccio Angela

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  2. Grazie Angela. Sempre carina, anche per spendere il tuo tempo per me. In realtà questo è solo un piccolo diario di quello che mi capita e di come mi sento addosso le cose.

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