Sola andata

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sabato 4 luglio 2015

Colli passioni

Se dovessi dire quale sia il primo ricordo significativo che ho, sarebbe sicuramente quello. Il mangiadischi arancione. Quando la mia manualità da piccoletta con una naturale capacità distruttiva me lo permise, cominciai a ficcare in quella specie di misteriosa bocca della verità qualunque 45 giri mi capitasse a tiro. Poi un giorno me ne capito' una tra le mani che non smisi di sentire che dopo un infinito numero di volte che occuparono giorni e giorni interi di ascolto compulsivo. Sul perché di quella assurda fissazione non saprei assolutamente dare conto, visto che è una cantante di cui nella vita non ho più nutrito il benché minimo interesse. Anzi, credo di averla addirittura disprezzata moltissimo per le sue scelte ideologiche.

Il 45 giri di cui parlo conteneva due canzoni di Ombretta Colli. Erano una specie di stornelli su una che non si voleva sposare e trovava una scusa per ogni giorno della settimana per evitare l'evento.
Direi che oltre al merito di essere stata vagamente profetica, direi che non si trattasse di una canzone degna di immortalità.

Mentre riflettevo su certe assurde fissazioni, di cui facciamo esperienza fin dai primissimi anni della vita, e che per fortuna abbandoniamo, pensavo a quali siano i veri precursori di una forte passione. E quanto siano davvero significativi per la vita anche quando questa ossessione svanisce. È solo una patologia passeggera e in fondo sempre infantile pure se si presenta in tarda età oppure aiuta a capire meglio quello che siamo e che vogliamo davvero?

Ombretta Colli in questo mi sembra il più perfetto esempio che mi riguardi su certa mutevolezza del nostro atteggiamento verso le cose che riempiamo di significato. Chi lo sa cosa avrà pensato Gaber
quando ha assistito al suo di passaggio da una passione ideale a quella opposta. Forse ci si ammala
pure di certi inganni della vita, di certa eccessiva variabilità del sentimento per le cose e delle
cose...ma in fondo io che ne so...

Nella vita di ossessioni me ne sono venute tante altre. Per certi film che ancora non mi stanco mai di rivedere, per i Led zeppelin che invece non posso più riascoltare perché li associo subito ai jeans di Plant e faccio peccato, per certe persone conosciute nell'adolescenza e a cui oggi non degnerei neppure di un saluto. O semplicemente per  certi cibi (credo che ormai ogni cellula del mio corpo abbia la stessa composizione chimica della Philadelphia...basta così per il resto dei miei giorni)

Le passioni che mi hanno attraversato non hanno mai motivi troppo fondati, e forse è per questo che poi si rivelano passeggere, ma pure spaventose e salvifiche al tempo stesso. Spesso arrivano per ricordarmi che essere vivi non solo in senso tecnico ha a che fare con certe tachicardie e ossessioni,
che può valere la pena anche deviare di molto dai rassicuranti binari senza incidenti di percorso, per
imbattersi in strade nuove che rivelano nostri lati insospettabili. Come quello di venerare Ombretta Colli a sei anni per poi riflettere su quello che è diventata come precisa metafora etica.

Poi magari potevo essere pure un po' più fortunata...che ne so potevo beccare tra quei 45 giri un Guccini. Se non altro avrei imparato meglio e prima il valore della coerenza

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