Sola andata

Sola andata

venerdì 24 luglio 2015

La lontananza sai è come la curcuma...

Mentre scrivo sono in pausa pranzo di un ufficio già abbastanza decimato dai vacanzieri "classici". Di solito condivido la stanza con altre due persone, con cui ho un rapporto direi perfetto: non entro mai nelle questioni finestra chiusa/aperta, temperatura del condizionatore, luce spenta/accesa...l'unica oggettiva contestazione che mi si potrebbe muovere potrebbe riguardare gli strani aromi che si diffondono quando apro la mia schiscetta. Sempre troppo curry, curcuma, ma pure aglio e cipolla...si è un mio limite, ho un'alimentazione fortemente sociopatica.

Da quando i miei colleghi sono in ferie io sto quasi sempre zitta zitta a lavorare, ma posso finalmente evitare le cuffie e tenere i podcast di mix 24 estate a tutto volume, ad una temperatura che scelgo solo io, con la porta chiusa e tanta pace e serenità.
Riflettevo su questa cosa e intanto mi chiedevo come sia possibile che pure quando le persone che mi stanno intorno e che mi piacciono, poi alla fine mi capita di stare sempre un poco meglio quando me ne sto da sola, a gestire tutto lo spazio che ho senza dover mediare, senza adattamenti e forzature reciproche e apprezzando di più anche le mie solite attività di routine.

È andata così pure quando sono andata via di casa, pure quando ho lasciato i miei numerosi coinquilini. Sono tante le volte in cui ho voluto più bene man mano che mi sono allontanata. E altrettante quelle in cui mi è parsa una liberazione da incompatibilità insuperabili.
Vero è che io non faccio testo, essendo una che mai si è spaventata dello star sola, però c'è una qualche magia nella lontananza tra persone che si vogliono davvero bene, una specie di "depurazione" dalle storture che l'eccesso di prossimità, la fatica e la noia della convivenza spesso oscurano.

Credo che la vera prova del nove dell'autenticità di certi legami stia proprio nell'effetto che fa starsene lontani. E non è che ci si deve proprio mancare, perché pure in questo c'è una qualche insana forma di dipendenza. Credo che sia sufficiente pensarsi col sorriso, pur ammettendo che in fondo si può sopravvivere anche senza convivere.

E niente, è l'una e mezza, io ho appena inondato la stanza di particelle leggere propagate da una scodella contenente ceci, curcuma, aglio, peperoncino. E credo che un po' tutti siamo felici di certe reciproche assenze.

Tra poco riprenderò a lavorare....il collega in ferie mi ha lasciato anche le sue pratiche. Forse voleva ricordarmi che spesso il valore della condivisione e della collaborazione qualche volta meriterebbe  anche il sacrificio di un eccessivo individualismo.

Buona estate. Con chiunque decidiate di essere o da cui stare lontani

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