Sola andata

Sola andata

martedì 28 luglio 2015

Del capire una cosa mentre se ne guarda un'altra pensando a tutt'altro

Non ci stavano santi. La prova d'amore seria stava in quella cosa lì. E io li avevo bocciati, non erano felici. Lo capii in quel momento preciso creato ad arte. Erano sposati da tantissimo tempo, tante moine, tanti aneddoti inutilmente mielosi. Ma io avevo bisogno della prova. Sapevo che lei era una cultrice del caffè molto più di lui. Vado in cucina, faccio un caffè alla napoletana perfetto, con la schiumetta bella densa. E poi ne faccio un altro senza la schiumetta. Metto le due tazzine sul vassoio e lascio scegliere a lui. Il caffè perfetto se lo prende lui. Il mio fu un giudizio insindacabile: non si trattò giammai di amore.

Oggi quei due sono separati. E sono sicurissima che solo apparentemente i motivi erano più seri di quel caffè "scorretto".

Sono sempre molto affascinata dalle innumerevoli ricette elargite con piglio espertodalle persone coinvolte in legami che auspicano eterni. Ci stanno quelli che ti dicono che è inevitabile il compromesso, il saper abbozzare, il dialogo, la comprensione, il prendersi i propri spazi, il non essere egoisti...e così via a snocciolare il prodotto non finito di rapporti che ce la mettono tutta a realizzare la formula magica delle unioni riuscite. Quasi mai mi convincono, ma contenti loro...

A me è spesso bastato poco poco per capire che proprio non ce n'era. La mancanza di puntualità è più che bastevole. Mi dice quasi tutto sul l'idea del tempo in cui io sono inclusa. Intollerabile.

Dico questo, che in fondo per me ha l'importanza molto relativa di chi osserva certe dinamiche con l'occhio asettico dello scienziato, e intanto penso a Roma, a quanto era già tanto sporca nel 2008 che è l'ultima volta che ci sono stata rimanendone sconcertata. Penso a quanto sia facile discutere di
problemi macroscopici ma vecchi come il cucco, risolti nel modo che il problema persista per  sempre. 

Quanto sarebbe più interessante occuparsi delle cose della vita immaginando che la vera chiave di tutto stia in una visione trasversale, apparentemente lontana dai ristretti recinti dell'ortodossia, della 
banalità di geometrie antiche, per non dire superate. Non basta pagare le tasse per non sporcare. Non basta essere un sindaco per distruggere la dignità di una storia millenaria. Però forse è sufficiente essere cittadini livorosi e miopi, sciatti e negligenti quasi con orgoglio.

Io ricette non ne ho, tant'è che vivo per conto mio e non faccio politica.
Ma del mio caffè posso dire di essere ancora molto orgogliosa ;)


2 commenti:

  1. la ricetta vincente è senza paletti e continui esami e indagini. Un vivi e lascia vivere. L'angoscia del continuo esame uccide anche i cerebrolesi :) :) :) Quella è la strada della sicura sconfitta, non tiene conto degli altri come sono e non li accetta. Se fai sempre l'esame preciso , completo , pervasivo chiunque scappa. Non siamo nati per soffrire ma per essere liberi di essere ciò che siamo . Se ti accontenti di come una persona è, frutto della sua esperienza di vita, dei suoi interessi NECESSARIAMENTE diversi dai tuoi, allora hai qualche possibilità. Accontentarsi non è una diminutio è segno di sensibilità , intelligenza, maturità. Ma solo in questo caso. Se non accetti l'altro non puoi sognare che qualcuno accetti te. Tertium non datur :) :) :) Mannaggia a te !!!

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  2. ti devo proprio spiegare tutto, tutto , tutto ?

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