Sola andata

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lunedì 4 maggio 2015

Del fare spazio in quello che ho già

È la seconda volta in cinque anni. Vivo in un bilocale piccolo piccolo alla periferia sud di Milano da poco più di cinque anni e una delle mie ossessioni più adrenaliniche è immaginare modalità sempre nuove di gestione del mio piccolo spazio: sistemi di isolamento moderni, soppalco, armadio a muro, posizionamento strategico dei mobili, adesivi coreografici alle pareti....essi perché so' buoni tutti a fare gli estrosi nelle case grandi. La vera sfida è tentare di impreziosire uno spazio limitato cercando di valorizzare al massimo lo spazio e la possibilità di viverlo comodamente.
E io di fare questa cosa qua non smetterei mai. Pure se per almeno una settimana vivrò in un casino totale, fianco a fianco con i miei operai egiziani ormai di fiducia, e pure se quando tutto sarà finito il secchio e lo straccio saranno la sola coppia riuscita con cui mi confronterò per scoprire il segreto di un rapporto che funziona.

La verità è che pur potendo pensare ad una casa più grande io sento invece il bisogno di una casa che sia sempre più mia. E quando rifletto sul fatto che il piccolo spazio che ho mi è in fondo sufficiente, mi rendo conto che è addirittura troppo quando comincio a liberarmi di tutta quella inutile paccottiglia accumulata negli anni.

Negli ultimi tempi sta spopolando un libro che si chiama "il magico potere del riordino" che aiuta a liberarsi delle cose con un metodo assolutamente strepitoso: sostanzialmente bisognerebbe tenere solo le cose che ci restituiscono una reale emozione. Tutto il resto è perfettamente inutile e quindi da buttare.
Mi sono resa conto che dalla mia piccola casa sta per uscire un sacco di roba. Dunque sta per entrare un sacco di spazio

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