Sola andata

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martedì 26 maggio 2015

Quanto costa un ricavo? E poi ti piace?

Una delle regole base dell'economia aziendale stabilisce che "un mancato costo costituisce un ricavo". Pure Epicuro ha in qualche modo elaborato un concetto analogo affermando che un mancato dolore e' in realtà il vero piacere. Non so quanto questo simpatico giochino lessicale sia replicabile anche in altri ambiti e in realtà mi riesce difficile trovare divertente riscontrare che da un processo continuo di sottrazioni e mancanze si ottengano mete ambiziose.

Il preambolo-pippone mi serve per fare una amara considerazione autobiografica. Ho quasi trentanove anni, a parte la pressione bassissima direi che godo di ottima salute, ho una rarissima forma di contratto di lavoro definito a tempo indeterminato, ho gli occhi verdi e per queste quattro cose mi reputerei una persona fortunata che vive in un paese sempre meno interessante, soprattutto se paragonato ai restanti posti dell'Europa dove le cose invece accadono e sono belle.

Un mancato costo è un ricavo. Non direi. Non in un Paese che ha in realtà bisogno di investire moltissimo per non sostenere i costi ben più alti del restare indietro rispetto a chi ha saputo su quali risorse puntare e quali mete raggiungere. Un mancato costo è una forma miope di austerità che nulla di buono può portare in un paese che non ha la forza di guardare lontano, è un paradosso della parsimonia che non fa che generare ulteriore povertà. Un mancato costo è spesso un costo ancora più alto.

Un mancato dolore è un piacere. Forse. Se penso alle quattro cose di cui sopra riferite al mio piccolo mondo di individuo insignificante. E pure se penso a tutto il dolore che spesso mi ha procurato la ricerca di forme di piacere dipendente dagli altri. E poi boh...io quando mi alleno e mi sento morire per quanto mi fanno male gli adduttori, sapessi quanto ci godo :))). Chi lo sa, forse un giorno stilerò una lista dei dolori buoni e di quelli cattivi. Come il colesterolo.


La verità è che forse non saprei davvero dire quanto sia più auspicabile lasciarsi guidare dalle legittime ambizioni o dal rilassato fatalismo. Quanto ne valga davvero la pena. A tutti i livelli, dalla piccola e insignificante esperienza individuale a quella storica e collettiva.

A me Epicuro è sempre stato simpatico. Ma credo non lo vorrei mica come primo ministro greco....


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